Caratteristiche
- LUOGO PARTENZA: Albosaggia - Valtellina (SO)
- LUOGO ARRIVO: Albosaggia - Valtellina (SO)
- TEMPO DI PERCORRENZA: ore 4,45 effettive
- LUNGHEZZA PERCORSO: 30,4 km
- DISLIVELLO: 2086 m
- GRADO DI DIFFICOLTA’: MOLTO IMPEGNATIVO
- CICLABILITA’: dalla Baita della Piada alla Cima del Pizzo Meriggio in salita 5% - da San Salvatore ad Albosaggia 99% - nel restante percorso 100%
- STAGIONI CONSIGLIATE: primavera inoltrata - estate - autunno
- RIFUGI D’APPOGGIO: nessuno
- ACQUA LUNGO IL PERCORSO: diverse fontane sia in salita che in discesa
- CARTINE: KOMPASS N° 104 / Alpi Orobie Bergamasche
- PERCORSI ALTERNATIVI: giunti alla Baita del Meriggio è possibile dirigersi direttamente al Rifugio Alpe Casera, evitando il tratto di portage che conduce in vetta
- PERCORSO PUBBLICATO IL: 17/06/2024
- NOTE: INDISPENSABILE una full e la TRACCIA GPS
Parcheggio consigliato
Descrizione

Gita di grande soddisfazione nella media Valtellina al Pizzo Meriggio, meta classica e molto frequentata sia d’estate a piedi, sia durante la stagione dello sci-alpinismo. La stessa cosa non si può dire per la MTB: percorrere la lunga cresta erbosa che conduce alla grande croce, per arrivare sulla vetta situata a 2348 metri, regala sicuramente forti emozioni. In una giornata serena ci accompagnano panorami mozzafiato: sulla Valtellina, adagiata oltre 2000 metri più in basso e sulla città di Sondrio situata proprio al centro mentre, da un lato si può ammirare la Valmalenco con il gruppo del Disgrazia e quello del Bernina, dall’altro i Laghi di Scais e di Veniva, con il versante nord dei colossi orobici. Durante l’escursione si attraversano alcuni dei più begli alpeggi della valle, immersi in meravigliosi boschi di larici ed abeti, in una natura montana rimasta pressoché incontaminata.

Il percorso è da considerarsi molto impegnativo: la salita si sviluppa lungo ripidissime ed interminabili strade sterrate mentre la discesa perde rapidamente quota attraverso sentieri, a tratti molto tecnici ed insidiosi, con il fondo assai sconnesso dove è INDISPENSABILE UN’ESTREMA CAPACITA’ E SICUREZZA NELLA GUIDA DELLA MTB!
Da Sondrio ci dirigiamo in auto fino ad Albosaggia (490 m) e parcheggiamo vicino al Municipio; iniziamo subito a salire il versante boschivo superiore, percorrendo la strada asfaltata poco trafficata che, con pendenze assai impegnative, porta alla località Le Bratte. Catturando le prime belle panoramiche sul fondovalle proseguiamo fino all’Alpe Campelli (1333 m) - (8,3 km – ore 1,25 – 853 metri di dislivello), dove merita una piccola pausa per ammirare le bellissime baite sparse nel pascolo soleggiato.
Da Sondrio ci dirigiamo in auto fino ad Albosaggia (490 m) e parcheggiamo vicino al Municipio; iniziamo subito a salire il versante boschivo superiore, percorrendo la strada asfaltata poco trafficata che, con pendenze assai impegnative, porta alla località Le Bratte. Catturando le prime belle panoramiche sul fondovalle proseguiamo fino all’Alpe Campelli (1333 m) - (8,3 km – ore 1,25 – 853 metri di dislivello), dove merita una piccola pausa per ammirare le bellissime baite sparse nel pascolo soleggiato.

Non molto più sopra, ad un tornante, abbandoniamo la carrozzabile andando ad infilare una ripidissima cementata contrassegnata da un poco invitante cartello segnaletico, indicante la pendenza del 30%. Superate due “rampe estreme” continuiamo sull’impegnativa pista forestale: la stradina sterrata procede a tornanti risalendo la ripida spalla boscosa fra larici ed abeti, intervallando tratti in cemento dove aumenta notevolmente l’inclinazione. Anche il fondo, irregolare e sassoso, non aiuta affatto in quanto aumenta notevolmente la fatica nella progressione. Superate le ultime curve strette giungiamo finalmente ad una larga sella denominata Pianalì (1988 m) - (12,9 km – ore 2,35 – 1506 metri di dislivello) da dove, guardando in alto a sinistra, scorgiamo la sagoma del Pizzo Meriggio.

Pedalando nel Parco delle Orobie Valtellinesi, ci abbassiamo gradatamente tagliamo alla base il versante di Punta della Piada per poi tornare a salire nel pascolo andando a sfiorare la Baita del Meriggio (14,7 km – ore 2,50 – 1574 metri di dislivello), situata proprio sulla curva di livello dei 2000 metri. Proseguiamo indirizzandoci nella direzione opposta alla precedente e, insistendo sui pedali, arriviamo all’ampia spalla erbosa, poco sopra la Baita della Piada dove termina il tratturo ed inizia il sentiero che ci condurrà sulla cima. Con la MTB prevalentemente a spinta o a spalla seguiamo l’evidente facile cresta percorribile in circa 30 minuti, arrivando infine a toccare la grande croce metallica del Pizzo Meriggio, collocata a 2348 metri di quota (17,1 km – ore 3,30 – 1912 metri di dislivello).

La fatica fino a questo punto è stata notevole ma è ricompensata dal maestoso panorama alpino che spazia a 360°: è particolare vedere la “minuscola” città di Sondrio laggiù in fondo alla vallata, testimone del dislivello realizzato. Iniziamo la fantastica discesa, tutta fattibile in sella, ripercorrendo la traccia di salita fino a ritornare alla Baita del Meriggio. Giriamo a sinistra, mantenendoci sul tratturo che scende per un po’ ma subito dopo uno strappo cementato, compiamo un lungo traverso che aggira i versanti della Punta Portorella. Ad un tratto, in corrispondenza di una costruzione all’interno di un tornante, arriviamo a collegarci con una sterrata che imbocchiamo a sinistra in salita; riguadagnato un po’ di dislivello, arriviamo al Rifugio al Lago della Casera (1966 m - privato) e ad alcune baite messe in fila (22,0 km – ore 4,00 – 2024 metri di dislivello). Scendiamo a destra lungo il sentiero nel prato, indirizzandoci verso il vicino Lago della Casera, caratterizzato dalle acque di un intenso color verde.

La traccia verticale nel bosco che, nella prima parte è molto scavata, taglia diverse volte i tornanti di una strada bianca per poi lambire una zona erbosa punteggiata da bellissime casette. La fantastica discesa, tecnica q.b. per divertirsi, porta a San Salvatore (1311 m) - (25,1 km – ore 4,15), uno dei più conosciuti ed affascinanti borghi, dove possiamo ammirare la chiesa fra le più antiche della Valtellina. Dopo poco più di un chilometro abbandoniamo la carrozzabile, curvando a destra sulla sterrata che riguadagna in salita una cinquantina di metri. A questo punto ha inizio un interminabile single track che ci riporterà ad Albosaggia: esso nell’insieme è molto tecnico e in diversi punti si presenta particolarmente rovinato, con sassi smossi dove è necessario saper “galleggiare”, dove sono indispensabili estreme capacità e sicurezza nella conduzione della MTB per rimanere in sella. Più sotto passiamo vicino ad Albosaggia Vecchia e continuando nella discesa che sembra non finire mai; usciamo di colpo dalla vegetazione, ritrovandoci proprio fra le case di Albosaggia, andando a chiudere rapidamente questo fantastico percorso da 10 e Lode.
Buona pedalata e buon divertimento.
Buona pedalata e buon divertimento.
Altre informazioni
Tracciato Google Earth
Altimetria
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Profilo di elevazione con pendenze
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Galleria fotografica del percorso
Il video del percorso
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