Caratteristiche
- LUOGO PARTENZA: Olda (Val Taleggio) BG
- LUOGO ARRIVO: Olda (Val Taleggio) BG
- TEMPO DI PERCORRENZA: ore 4,05 effettive
- LUNGHEZZA PERCORSO: 33,5 km
- DISLIVELLO: 1150 m
- GRADO DI DIFFICOLTA’: MEDIO IMPEGNATIVO
- CICLABILITA’: nella discesa che da Morterone porta al Ponte della Lavina 75 % - nel restante percorso 99%
- STAGIONI CONSIGLIATE: primavera - estate - autunno
- RIFUGI D’APPOGGIO: nessuno (passaggio nei paesi)
- ACQUA LUNGO IL PERCORSO: fontane nei paesi - al Culmine S. Pietro e alla Sorgente Forbesette
- CARTINE: Kompass N° 105 - Lecco / Valle Brembana
- PERCORSI ALTERNATIVI: giunti a Morterone è possibile accorciare notevolmente il percorso, scendendo direttamente lungo il Torrente Enna, verso il Ponte della Lavina.
- PERCORSO REVISIONATO IL: 02.09.2024
- NOTE: INDISPENSABILE una MTB full - nella discesa è utile la traccia GPS. Da evitare in caso di fondo bagnato: la discesa che da Morterone porta al Ponte della Lavina, diventa estremamente scivoloso e pericoloso.
Parcheggio consigliato
Descrizione
A San Giovanni Bianco imbocchiamo a sinistra la strada provinciale della Valle Taleggio; risaliamo la bella valle attraversando lo spettacolare "Orrido", caratteristico "budello roccioso" con le pareti strapiombanti che precipitano nel torrente. Passando da Sottochiesa, rapidamente superiamo l'abitato di Olda (750 m), arrivando ben presto ad un bivio dove a destra indica Valsassina e, a sinistra Bergamo. Parcheggiamo l'auto nel piazzale adiacente una zona pic nic con fontana. Montiamo in sella pedalando in direzione Vedeseta (fontana), per poi continuare su pendenze più sostenute; passiamo per Avolasio (fontana - 4,6 km), arrivando al Culmine San Pietro situato a 1260 metri, passo che collega la Val Taleggio con la Valsassina (100 metri a destra fontana) - (10,3 km - ore 0,55 - 507 m di dislivello). Sotto l' Albergo Culmine San Pietro scende una strada in cemento che, dopo pochi metri, diventa sterrata; correndo nei pascoli, passa davanti all' Agriturismo Stella Alpina, per giungere successivamente ad alcune casette. Continuiamo su una carrareccia che, con un buon fondo ed alcuni saliscendi, attraversando un bel bosco di faggi, va ad incrociare la strada asfaltata (catena - 14,5 km - ore 1,20). Attraversata la strada, di fronte, imbocchiamo uno stretto sentiero in discesa, segnalato da una freccia con l'indicazione Morterone.
La prima parte scende nel prato, poi nel bosco, portandoci ad un bivio dove troviamo un caratteristico segnavia in metallo nero, con pannelli arancione che segnala: "antica strada comunale detta di Morterone", puntando appunto verso Morterone. Giriamo a destra, superando un tratto con fondo sassoso, per poi sbucare nuovamente sulla strada asfaltata (15,5 km), dove, andando ancora a destra, in breve siamo a Morterone (1035 m), comune più piccolo d'Italia. Scendiamo passando nel centro del paese e successivamente al bivio sopra la chiesa, teniamo a destra. Al primo tornante è possibile sostare all'ultima fontana per riempire le borracce poi, continuando, seguendo le indicazioni Piano di Costa Palio, arriviamo all'inizio della bella strada sterrata (sbarra in ferro - 18,4 km - ore 1,45). Pedalando lungo una pendenza continua e regolare, superiamo alcuni tornanti con il fondo in cemento; ad un evidente incrocio curviamo a destra, in direzione Brumano e Passo del Palio, seguendo alcune barriere di sostegno del versante.
Rapidamente siamo al Passo del Palio, situato a 1362 metri, (21,3 km - ore 2,10) dove proseguiamo diritti sul sentiero CAI n° 571, lungo la tondeggiante dorsale (da questo punto è consigliabile abbandonare temporaneamente la traccia GPS, tenendoci sul sentiero più comodo e veloce che si avvia subito a destra, ritrovandoci poco più avanti sul tracciato originale). Affrontiamo con la bici a spinta il breve, ma ripidissimo strappo che ci permette di catturare una particolare panoramica sulla Val Taleggio, a cui fanno da cornice: le Grigne, il Monte Legnone, la zona dei Piani d'Artavaggio e, davanti a noi, il seghettato profilo del Monte Resegone. Passando vicino ad un traliccio e, proseguendo lungo le coste, siamo ad un incrocio dove troviamo parecchie frecce segnaletiche; giriamo a destra sul tratturo seguendo il n° 15 per Forbesette. Dopo pochi metri infiliamo a sinistra il tracciato in piano (marcature bianco e rosso DOL); sfioriamo la fornace da calce, arriviamo al bacino "Sorgente Forbesette" (acqua) e ad un'area adibita a pic-nic (23,4 km - ore 2,35 - 970 m di dislivello). Imbocchiamo il sentiero che scende a destra verso Morterone, segnalato da una scritta con vernice, su un grosso masso.
Poco dopo, superati alcuni lastroni di pietra, bisogna prestare molta attenzione ad abbandonare il percorso principale che invita a proseguire diritti, curvando decisamente a destra. Attenzione: per affrontare in sicurezza questo tratto, è indispensabile possedere un'ottima capacità e sicurezza nella conduzione della MTB! Il sentiero diventa da subito molto tecnico ed impegnativo: a causa del fondo coperto da un'infinità di grossi sassi smossi e di radici sporgenti, è da affrontare con estrema cautela ed attenzione (per evitare questo pezzo molto ostico, in alternativa al sentiero è possibile seguire la nuova stradina sterrata che conduce sempre a Morterone). Usciti dal bosco, scendiamo nel prato dirigendoci verso la piazzola d'atterraggio dell'elicottero. Giunti sull'asfalto (pannelli in legno), giriamo a sinistra ripercorrendo la strada fatta in precedenza: passiamo sopra la chiesa di Morterone e, dopo pochi metri, infiliamo la stradina a destra che, con una ripida discesa, sfiora un'azienda agricola, arrivando ad un bivio. Proseguiamo a destra in discesa a fianco della località Cà Rigone, (26,6 km - ore 2,55) dove su un palo in cemento vediamo la scritta Vedeseta.
Nel prato, a sinistra di una casa rosa, prende il via un sentiero (marcato con segnavia CAI) che seguiremo fedelmente, puntando verso le due baite diroccate sottostanti; poco prima, vicini ad una piccola vasca, pieghiamo decisamente a destra in direzione del bosco. La discesa che ora ci apprestiamo ad affrontare è molto impegnativa e tecnica: è riservata ai bikers in possesso di una grande capacità e sicurezza nella conduzione della MTB. Il primo tratto stretto e umido, con alcuni pezzi da affrontare a piedi, conduce sul greto di un torrente solitamente in secca, dove teniamo la destra. Velocemente ci troviamo ad attraversare un caratteristico ponte di ferro, dell'antica Società Orobia, che scavalca un'altissima e paurosa gola. La valle in cui ci troviamo è molto bella, un vero patrimonio naturalistico: completamente nel bosco, selvaggia, poco frequentata e ricca di sorprese. Intervallando pezzi in sella con altri a spinta, il percorso in alcuni punti corre lungo il versante strapiombante sul Torrente Remola, pertanto l'attenzione deve essere alta. Arrivati ad un traliccio (28,3 km - ore 3,15) abbiamo una panoramica sulla valle e, guardando in basso, vediamo il tracciato che andremo a percorrere. Perdiamo rapidamente quota con la MTB a mano, (5 minuti) seguendo il sentiero che, a tornanti e con il fondo molto sconnesso, ci accompagna sul bordo del fiume. Poco più avanti, ad un incrocio, troviamo una freccia segnaletica che indirizza verso le bellissime ed inconsuete "Sorgenti dell'Enna": posizionate a 890 metri di quota, meritano sicuramente di essere visitate.
Depositiamo le bici, attraversiamo il torrente (in occasione di forti piogge è impossibile da oltrepassare) e seguiamo una ripida e umida traccia che, in circa 5 minuti, conduce in un luogo incantato: da una grossa e inquietante cavità, scavata in una parete rocciosa, come per magia, scaturisce dal nulla un'enorme quantità di acqua, creando alcune bellissime cascatelle e pozze. Ritorniamo sui nostri passi e accompagnati dal rumore fragoroso delle acque del Torrente Enna, continuiamo in sella seguendo i pali della linea elettrica, andando ad attraversare un ponticello di cemento. In una radura, dopo un pannello, vediamo l'indicazione "Acqua ferruginosa"; solamente pochi passi, per vedere la piccola e particolare sorgente di acqua ricca di ferro che colora i sassi di ruggine. Il bello e veloce tragitto passa su un ponticello e, più avanti, ad un bivio, andiamo verso Ponte Lavina. Un comodo e divertente sentiero, sfiorando le sponde, va ad incontrare un tratturo che rapidamente porta al Ponte della Lavina (31,5 km - ore 3,50); curviamo a sinistra e pedalando sulla strada provinciale della Valle Taleggio, con l'ultimo sforzo, siamo a Olda. Questo percorso, oltre che per la bellezza e la varietà dell'itinerario, lo ricorderemo soprattutto per le particolarità naturalistiche, incontrate in questa inusuale valle.
Buona pedalata e buon divertimento.
Buona pedalata e buon divertimento.
Altre informazioni
Tracciato Google Earth
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Altimetria
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Profilo di elevazione con pendenze
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