Caratteristiche
- LUOGO PARTENZA: Riale - Val Formazza (Verbano - Cusio - Ossola)
- LUOGO ARRIVO: Riale - Val Formazza (Verbano - Cusio - Ossola)
- TEMPO DI PERCORRENZA: ore 6,10 effettive
- LUNGHEZZA PERCORSO: 30,6 km
- DISLIVELLO: 1945 m - ATTENZIONE: di qui circa 1300 da fare con la MTB a spinta/spalla
- GRADO DI DIFFICOLTA’: ESTREMAMENTE IMPEGNATIVO
- CICLABILITA’: dalla Piana del Bettelmatt al Rif. Città di Busto 5% - dal Rif. Città di Busto al Rif. Claudio e Bruno 30% - dal Rif. Claudio e Bruno alla vetta del Corno Cieco 3% - dalla vetta del Corno Cieco al Rif. Claudio e Bruno 80% - dal Rif. Claudio e Bruno al Lago di Morasco 95% - nel restante percorso 100%
- STAGIONI CONSIGLIATE: estate
- RIFUGI D’APPOGGIO: Città di Busto - Claudio e Bruno
- ACQUA LUNGO IL PERCORSO: fontana a Riale
- CARTINE: KOMPASS N° 89 / Valle Antigorio - Val Formazza
- PERCORSI ALTERNATIVI: dalla Piana di Bettelmatt, durante la discesa, è possibile ritornare al punto di partenza seguendo facilmente la sterrata che corre sopra il Lago di Morasco
- PERCORSO PUBBLICATO IL: 13.07.2023
- NOTE: INDISPENSABILE una full e la TRACCIA GPS
Parcheggio consigliato
Descrizione
Il Blinnenhorn in MTB era un sogno che “bolliva in pentola” da un bel po’ di tempo e finalmente si è realizzato. Fin dall’inizio, leggendo alcuni report, avevamo inteso che non fosse certamente il classico percorso nel quale, durante la salita, c’è da fare fatica ma in prevalenza, si riesce a pedalare. Raggiungere la vetta più alta della Val Formazza è invece un’impresa cicloalpinistica dove buona parte del dislivello si guadagna, passo dopo passo, con la MTB a spinta o a spalla. Arrivare sulla montagna che in italiano si chiamerebbe “Corno Cieco” (denominata in questo modo perché fino agli ultimi 200 m di dislivello, la cima rimane nascosta fra lo spartiacque del confine svizzero) è molto impegnativo sia dal punto fisico sia tecnico.
Gli sforzi dell’estenuante giornata vengono però ampliamente ripagati dalla maestosità dei panorami: immensi laghi alpini, superbe montagne e grandiosi ghiacciai che le nostre ruote artigliate hanno potuto sfiorare, sono stati ingredienti fondamentali per un’avventura indimenticabile. Lanciarsi poi in una discesa adrenalinica, unica nel suo genere, fra pietraie, sfasciumi e ripidi versanti sabbiosi hanno reso l’esperienza molto particolare.
ATTENZIONE: questo itinerario è riservato ai bikers estremamente allenati, abituati agli sforzi prolungati, in possesso di grandi capacità tecniche e di una forte abilità nella conduzione della MTB in discesa!
Una lunga trasferta in auto ci porta questa volta in Piemonte: risaliamo per intero la Valle Formazza e giungiamo al piccolo e caratteristico paesino di Riale (1718 m) situato nell’estremo Nord della regione, famoso anche per le sorgenti e le cascate del Toce.
ATTENZIONE: questo itinerario è riservato ai bikers estremamente allenati, abituati agli sforzi prolungati, in possesso di grandi capacità tecniche e di una forte abilità nella conduzione della MTB in discesa!
Una lunga trasferta in auto ci porta questa volta in Piemonte: risaliamo per intero la Valle Formazza e giungiamo al piccolo e caratteristico paesino di Riale (1718 m) situato nell’estremo Nord della regione, famoso anche per le sorgenti e le cascate del Toce.
Il punto di partenza avviene da uno dei numerosi parcheggi a pagamento poi, tramite asfalto, ci dirigiamo verso la grande diga di Morasco. Costeggiamo in piano il grande lago artificiale per poi iniziare a guadagnare quota lungo la stradina sterrata che termina sulla grande Piana del Bettelmatt (2090 m), punto in cui comincia il primo portage di giornata. Un ripido e scavato sentiero, segnalato con il nr. G4, conduce al Rifugio Città di Busto (2480 m) - (7,9 km – ore 1,35 – 746 metri di dislivello) situato in una posizione strategica con un panorama davvero invidiabile. Ritornati in sella attraversiamo l’ampio e particolare Piano dei Camosci, puntando in direzione dell’imponente sbarramento del Sabbione; al termine dell’altopiano, ci troviamo improvvisamente a dover perdere quasi un centinaio di metri di quota, per poi riguadagnarli tramite una traccia che taglia lo scosceso versante del monte.
Giunti alla diga del più grande bacino idroelettrico del Piemonte (2466 m) - (10,0 km – ore 2,00 – 836 metri di dislivello), in un paesaggio da cartolina, pedaliamo con attenzione sullo stretto sentiero (nr. G39) che corre sulla sinistra idrografica dell’invaso, ammirando sullo sfondo il Ghiacciaio del Sabbione dominato dalla celebre Punta d’Arbola, meta classica dell’alpinismo. Durante la progressione alterniamo pezzi a spinta quando, ad un tratto, scorgiamo in lontananza il profilo del Rifugio Claudio e Bruno, il nostro prossimo obiettivo. Giunti sulla terrazza panoramica dello stesso (2710 m) - (12,3 km – ore 2,35 – 1081 metri di dislivello) ci concediamo una pausa per recuperare le energie e, solo in quel momento, ci rendiamo realmente conto di cosa ci attenda in seguito. Appena infilato il sentiero a fianco dell’edificio, ci troviamo ad affrontare una traccia scolpita in un muro verticale e, come se non bastasse, il fondo sabbioso e scivoloso rende la progressione complicata e molto faticosa.
Superato questo tratto continuiamo con la bici a spinta o a spalla, lungo il percorso che si alza fra sfasciumi e rocce fino ad una sorta di colletto (3150 m), dove tutto torna a dare un senso all’itinerario. Alla vista dell’immenso Ghiacciaio del Gries un brivido corre lungo la schiena: un’impressionante superficie di ghiaccio inserita tra il Corno dei Camosci ed il Blinnenhorn, è di una bellezza da togliere il fiato. Con il miraggio della vetta ancora lontana avanziamo, con grande emozione a fianco del “mare di ghiaccio”, sulla tondeggiante e panoramica cresta che permette alcuni tratti in sella, fino al raggiungimento di un’anticima. Scendiamo per una cinquantina di metri di quota e proseguiamo lungo la dorsale fino ai 3270 metri dove, valutata la forte pendenza della pala finale ed il fondo inconsistente e ghiaioso, decidiamo di lasciare le nostre MTB.
Proseguendo in modo agevole tocchiamo finalmente la vetta del Corno Cieco posizionata a 3374 metri di quota (15,1 km – ore 4,00 – 1762 metri di dislivello) da dove è possibile godere di un’eccezionale panorama: a Sud la vista spazia sino al gruppo del Monte Rosa mentre, a Nord, sui quattromila dell’Oberland Bernese. Dopo una meritata sosta e le foto di rito, ritorniamo velocemente al deposito bici e ci prepariamo alla discesa. In uno scenario esclusivo ed esaltante ricalchiamo grosso modo la traccia di salita, cercando di trovare la linea più fluida e scorrevole per stare in sella; tuttavia alcuni ostacoli, cambi di direzione ed il fondo sabbioso obbligano a qualche tratto con la MTB a mano.
Una volta al Rifugio Claudio e Bruno (17,8 km – ore 4,35) ripercorriamo esattamente il sentiero fino al Piano dei Camosci poi, anziché risalire al Rif. Città di Busto, manteniamo la sinistra in piano, andando ad infilarci in una sorta di avvallamento che si ricollega più in basso al sentiero principale. La discesa fino all’Alpe Bettelmatt (23,7 km – ore 5,25 – 1870 metri di dislivello) è tecnica quanto basta per divertirsi; una volta attraversata la grande piana decidiamo di non seguire lo sterrato che avevamo percorso in salita proseguiamo lungo il tracciato che si stacca sulla destra orografica del torrente. Da subito il fondo del sentiero risulta molto rovinato e sconnesso a causa di grossi sassi smossi e, dopo alcuni tornanti, ci troviamo a sfiorare la centrale idroelettrica di Morasco. Tramite la larga pista costeggiamo per intero l’immenso invaso fino ad arrivare nelle vicinanze della diga, per poi scendere in direzione del "Rifugio Bim Se" ritrovandoci, poco oltre, sul nastro d’asfalto che porta alla conclusione di questo esaltante ed indimenticabile itinerario.
Buona pedalata e buon divertimento.
Buona pedalata e buon divertimento.
Altre informazioni
Tracciato Google Earth
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Altimetria
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Profilo di elevazione con pendenze
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Galleria fotografica del percorso
Il video del percorso
Il giudizio dei bikers
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