M. Dosegù mt. 3.560 – Punta San Matteo mt. 3.678 dal Passo del Gavia mt. 2.560
Pur con temperature tipicamente estive ci era rimasta la voglia di un'ultima sciata… senza fare lunghe trasferte il Passo del Gavia era l’ideale! Prima delle sei siamo già pronti : si parte dai 2.541 mt. del Rifugio Berni e, passando vicino ai ruderi del vecchio Rifugio Gavia, ci dirigiamo con un lungo traverso ad un colletto dove si scende per circa 150 mt fino alla base dei risalti rocciosi che sostengono il Ghiacciaio di Dosegù. Si risale un ripido pendio morenico e ci si trova sul ghiacciao che si percorre in quasi tutta la sua lunghezza in direzione Nord puntando all’evidente Monte Dosegù. Arrivati alla base della ripida parete la si risale con gli sci ( noi l’abbiamo trovata ghiacciata ) e, raggiunta la cresta e lasciati gli sci, in pochi minuti per facile percorso si arriva alla croce di vetta. Il panorama è fantastico… oltre alle cime sul nostro filo di cresta (verso Nord Ovest Punta Pedranzini e Pizzo Tresero; verso Nord Est Punta San Matteo, Punta Cadini, Monte Vioz ) a nord si apre la grande vallata del Ghiacciaio dei Forni e una serie di montagne spettacolari… da Ovest l’Ortles, il Gran Zebrù, il Cevedale, il Palon de la Mare e numerose altre montagne. Sotto la cresta notiamo i resti di una baracca di legno… un pensiero va ai nostri nonni e bisnonni che giusto cent’anni fa combatterono su queste montagne una guerra assurda in condizioni disumane. Ritornati agli sci percorriamo ora in discesa il ripido canale finale e velocemente siamo sul ghiacciaio… rimesse le pelli velocemente risaliamo alla sella a Nord Ovest della cresta del San Matteo dove, lasciati gli sci e indossati i ramponi, percorriamo un breve canale e poi la bella cresta che in circa 15 minuti ci porta alla croce di vetta... anche qui il panorama è bellissimo e la soddisfazione tanta. Ridiscesi al deposito degli sci in breve stiamo scendendo sul bei pendii del Ghiacciaio di Dosegù: la neve tiene molto bene fino alla quota di 2.700 mt circa dove, messe di nuovo le pelli, ci dirigiamo verso la spalla Ovest della Punta della Sforzellina per 200 mt. di dislivello. Da li attraverso ripidi canali ancora ben innevati giungiamo in breve fin quasi alla strada , gustandoci le ultime curve della stagione. Alle 11 siamo già alla macchina... fa veramente caldo.... che sia l'ora di togliere le MTB dal garage ????
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento.
Gita effettuata il 06.06.2015
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento.
Gita effettuata il 06.06.2015
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
Piramide Vincent mt. 4215 (Valle d'Aosta)
Prendiamo l’occasione della disputa del Trofeo Mezzalama, mitica gara di scialpinismo che quest’anno, per ricordare il 150° anniversario della prima scalata del Cervino è stata disputata a percorso invertito (partenza da Gressoney e arrivo a Cervinia), e quindi siamo a Gressoney molto presto per sfruttare gli impianti aperti per l’occasione. Dopo giorni di brutto tempo sembra che le previsioni finalmente abbiano indovinato… il cielo è limpido e il primo sole illumina le cime lontano, anche se il vento la fa da padrone. Arrivati a Punta Indren mt. 3260 ci avviamo con un lungo traverso in direzione Ovest per raggiungere i pendii sottostanti il Rifugio Citta di Mantova (mt. 3498 ). Lì incontriamo la lunga fila di atleti impegnati nella gara e con loro (un pochino più lenti invero…) superiamo il Rifugio e iniziamo a salire lungo il Ghiacciaio del Lys, lasciandoci alla sinistra il Rifugio Gnifetti (mt. 3611 ). Il vento molto forte non dà tregua e nostro malgrado decidiamo di cambiare meta e puntiamo quindi alla Piramide Vincent. A circa 4000 mt. gli atleti si dirigono decisamente verso la base del Naso del Lyskamm mentre noi andiamo in direzione opposta verso la nostra cima: in poco tempo siamo sui pendii sommitali, dobbiamo combattere col forte vento e con la neve ghiacciata ma la cima è raggiunta. Lo spettacolo è grandioso… il Lyskamm mt. 4532, Balmenhorn mt. 4167, Corno Nero mt. 4322, Ludwigshoehe mt. 4342, Parrot mt. 4432.... insomma spettacolare !!
Ci fermiamo poco per il vento davvero gelido e fastidioso e poi cominciamo a scendere, una bella e lunga discesa su neve sempre ben sciabile che ci porta fin quasi a Gressoney passando dal “famigerato” Canale dell'Aquila, superato a piedi dagli atleti la mattina.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento.
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
Ci fermiamo poco per il vento davvero gelido e fastidioso e poi cominciamo a scendere, una bella e lunga discesa su neve sempre ben sciabile che ci porta fin quasi a Gressoney passando dal “famigerato” Canale dell'Aquila, superato a piedi dagli atleti la mattina.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento.
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
Il video del percorso
Riprese e montaggio video di Corrado Cavalli
Gita effettuata il 02.05.2015
Pizzo Bianco mt. 3215 (Val Anzasca)
Bellissima ed impegnativa salita che si svolge in un ambiente di prim’ordine e sempre al cospetto della magnifica parete Est del Monte Rosa, con le sue cime oltre i 4.000 mt a fare da corona. Si parte da Pecetto (mt. 1362) poco oltre Macugnaga e seguendo le piste (purtroppo per noi senza sci fino alla stazione intermedia della seggiovia) arriviamo quasi in cima alle stesse piegando poi a sinistra verso il Ghiacciaio del Belvedere. Lo attraversiamo alla base e seguendo il filo di una grande morena arriviamo all’Alpe Pedriola dove è situato il Rifugio Zamboni-Zappa (mt. 2070). Dopo una breve sosta e un’occhiata al confortevole locale invernale ripartiamo verso l’attacco del Canalone Chiovenda, un bellissimo e ripido canalone di circa 900 mt di dislivello con una pendenza costante e sostenuta che verso l’uscita raggiunge i 35°. Salita che facciamo tutta all’ombra in quanto il versante è esposto a Nord Ovest : si sentono volentieri i nostri rampanti lavorare nella neve dura e questo ci lascia presagire una discesa ancora su neve ottima. Arrivati al colletto, finalmente al sole, aggiriamo la spalla Nord della cima e ci spostiamo con un traverso fin sotto i pendii a est; un ultimo sforzo e siamo ben contenti di toccare la Madonnina in vetta al Pizzo Bianco. Dalla cima la vista è impagabile…. Il Monte Rosa è lì quasi da toccare… cresta Signal, Parrot, Gnifetti e la Capanna Margherita, Zumstein, Dufour, Nordend. Non una nuvola in cielo. La discesa è altrettanto stupenda, il primo pendio ci fa trovare quasi perpendicolari sopra al paese. Poi il Chiovenda: ci si presenta come un bello e lungo scivolo ancora ghiacciato in cima ma che diventa uno spettacolare firn pian piano ci abbassiamo. La discesa sembra non finire mai , la neve sembra velluto ma alla fine eccoci all’Alpe Pedriola e, dopo aver superato il Rifugio, riattraversiamo la morena e sulle tracce delle piste rientriamo a Pecetto.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento.
Gita effettuata il 24.04.2015
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento.
Gita effettuata il 24.04.2015
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
Monte Chierico mt. 2535- Monte Masoni mt. 2663 Corno Stella mt. 2621
Lunga e fantastica cavalcata che si sviluppa in un angolo delle Orobie dove l’ambiente è integro e maestoso ma anche severo; il percorso ad anello è certamente uno fra i più belli e completi dell’alta Val Brembana, riservato a scialpinisti allenati e preparati tecnicamente. Un appassionante tris le vette di tutto rispetto toccate dall’itinerario: Monte Chierico, Monte Masoni e Corno Stella. Partiamo da Foppolo seguendo le piste, ma giunti al Passo della Croce vediamo che il versante soleggiato della Val Carisole è completamente privo di neve. Per evitare di perdere troppo dislivello siamo costretti a caricare gli sci nello zaino fino al solitario Lago di Corno Stella, dove risaliamo i larghi pendii che portano sulla cresta del Monte Chierico a mt. 2535. Partiamo direttamente dalla cima con le dovute cautele e scendiamo la ripida sponda verso la Val Sambuzza, andando a sfiorare il Laghetto inferiore di Caldirolo. Un lungo traversone che taglia ai piedi il Pizzo Zerna conduce ad un canalino parecchio inclinato, ma le buone condizioni della neve consentono la risalita con gli sci ai piedi, seppur con molta prudenza. Rapidamente siamo in vetta al panoramico Monte Masoni situato a 2663 mt.; ci lanciamo ora in una strepitosa sciata lungo il selvaggio e affascinante vallone orientato a nord, disegnando una serpentina infinita fino sulle sponde ancora gelate del Lago di Publino. Rimesse le pelli compiamo un lungo taglio, puntando direttamente alla vetta del Corno Stella. Superando una serie di balze siamo sulla cresta finale; la saliamo con non poche difficoltà a causa della neve non portante, ma poi finalmente possiamo toccare la croce a mt. 2621. Camminiamo lungo il sentiero estivo quasi sgombero fino all’anticima, per poi “tuffarci” verso il Lago Moro lungo lo scivolo ancora in perfette condizioni. Percorriamo la stradina che porta al Montebello togliendo gli sci per qualche minuto a piedi, ma dalla terrazza li calziamo nuovamente fino al punto di partenza.
Voglio ringraziare gli amici: Vittorio, Andrea e Ivan per aver condiviso questa bella esperienza di scialpinismo orobico.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento per affrontare i 2000 mt. di dislivello positivo.
Gita effettuata il 18.04.2015
Voglio ringraziare gli amici: Vittorio, Andrea e Ivan per aver condiviso questa bella esperienza di scialpinismo orobico.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento per affrontare i 2000 mt. di dislivello positivo.
Gita effettuata il 18.04.2015
Passo del Tonale - Cresta Croce mt. 3313
Corno Bianco mt. 3434
Approfittiamo dell’apertura anticipata degli impianti del Passo del Tonale in occasione dell’Adamello Ski Raid 2015 per essere prestissimo ai 2996 mt. di Passo Presena, da dove godiamo di una magnifica alba. La gara scialpinistica, una fra le più suggestive al mondo, è stata affrontata quest’anno da settecento atleti provenienti da 13 nazioni ed è valida come prova di Coppa del Mondo, con i suoi 43 chilometri di sviluppo e ben 4000 mt. di dislivello positivo. E’ stata una bella ed emozionante esperienza trovarsi a fianco dei big di questa disciplina, incrociati per ben tre volte nel lungo sviluppo della competizione. Grazie alla cornice naturale di grande fascino e alla splendida giornata, abbiamo condiviso l’avventura con altre migliaia di persone che formavano interminabili “serpentoni” diretti verso le vette. Partiamo subito in discesa su neve ghiacciata portandoci nelle vicinanze del Rifugio Mandrone ed iniziamo a salire lungo la Vedretta del Mandrone. Passiamo sotto il Rifugio Lobbia Alta, piegando poi verso sinistra per rimontare il ripido versante che conduce al famoso cannone risalente alla Grande Guerra di Cresta Croce, situato a mt. 3313. Alcune foto e uno spuntino veloce, per poi perdere rapidamente quota fino al pianoro glaciale dove rimettiamo le pelli: ora ci aspetta un lungo traverso quasi in piano che con un ampio semicerchio ci porta al successivo pendio che punta alla vetta del Corno Bianco a mt. 3434. Dalla cima è fantastica la panoramica a 360° sul vicino Monte Adamello e sul Pian di Neve. Ritorniamo sulle nostre tracce e con una splendida discesa in poco tempo siamo nella conca sottostante, per poi risalire con un lungo traverso al Passo Venezia. Ora un’eccezionale ed interminabile sciata sul Ghiacciaio del Pisgana ci conduce a Ponte di Legno (1250 mt.) concludendo questa esaltante giornata di sport.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; lo sviluppo è di 31 km. con un dislivello positivo di 1500 mt. e negativo di 3063 mt.
Gita effettuata il 12.04.2015
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; lo sviluppo è di 31 km. con un dislivello positivo di 1500 mt. e negativo di 3063 mt.
Gita effettuata il 12.04.2015
Piz d'Err mt. 3378 (Engadina CH)
Strepitoso itinerario in Svizzera e precisamente nel Cantone Grigioni. La nostra meta è una vetta frequentata e ambita dagli appassionati dello scialpinismo: il Piz d’Err, 3378 mt. di quota, situato nelle Alpi Retiche Occidentali. Arrivando in auto da Chiavenna, poco prima di Saint Moritz pieghiamo a sinistra per il Passo dello Julier; superiamo il paese di Bivio e pochi chilometri più avanti siamo al caratteristico paesino di Sur. Muoviamo i primi passi dal parcheggio vicino alla chiesa seguendo la stradina battuta dalle motoslitte che, con una serie di tornanti, porta al vasto altopiano dell´Alp Flix. Sfioriamo le poche case di Cuorts dirigendoci verso est, infilandoci nel logico e aperto Vallone di Tellers Davains, inserito fra il Piz Calderas e il Piz d'Err. Zizzaghiamo risalendo con fatica i 500 mt. di dislivello del lunghissimo e ripido canalone che, con pendenze fino a 40°, conduce alla Vedret d’Err. Un breve tratto pianeggiante permette di riprendere fiato, prima di affrontare lo scosceso versante che termina ad una stretta forcella. Con i ramponi ai piedi superiamo in sicurezza gli ultimi metri su roccette, rese insidiose dalle ultime nevicate e in breve raggiungiamo la vetta che concede una fantastica panoramica a 360°. Ritornati agli sci, non resta che ripercorrere l’itinerario di salita. La fortuna ha voluto regalarci un’eccezionale sciata in neve fresca, rendendo questa gita indimenticabile.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; lo sviluppo è di 18,3 km. con un dislivello di 1861 mt.
Gita effettuata il 28.03.2015
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; lo sviluppo è di 18,3 km. con un dislivello di 1861 mt.
Gita effettuata il 28.03.2015
Cima di Presponte Occidentale mt. 2300 Cima Papa Giovanni Paolo II mt. 2230
Spettacolare e singolare itinerario scialpinistico che si sviluppa in un angolo fra i più affascinanti delle montagne orobiche. Partiamo da Capovalle (mt. 1123) frazione di Roncobello e percorriamo la strada fino alle Baite di Mezzeno da dove, mantenendo la traccia del sentiero estivo, ci portiamo al Passo Laghi Gemelli. Ci abbassiamo leggermente di quota, passando alla base dell’imponente massiccio del Monte Corte che chiude la vallata a nord del Rifugio Alpe Corte. L’ultimo ripido scivolo permette di toccare la Cima di Presponte Occidentale, quotata 2300 mt. Partiamo con gli sci dalla vetta su pendenze impegnative, perdendo poi rapidamente quota lungo i divertenti e regolari valloncelli fino alla Baita Corte Alta a mt. 1885. Rimesse le pelli, incrociamo l’itinerario del sentiero che porta al Passo Laghi Gemelli e continuiamo fino alla croce della Cima Papa Giovanni Paolo II, a mt. 2230. Proseguiamo il lungo itinerario tagliando i selvaggi pendii del Monte delle Galline : una splendida sciata ci accompagna fino alle Baite di Mezzeno e da lì, seguendo per un primo pezzo il sentiero estivo, rientriamo sulla strada percorsa al mattino e poi velocemente a Capovalle. Escursione effettuata in condizioni meteo molto critiche per la presenza di fitte nebbie che riducevano per lunghi tratti la visibilità a pochi metri. Ringraziamenti d’obbligo all’amico Fabrizio Milesi che grazie alla sua profonda conoscenza della zona, ci ha guidato senza problemi sulla retta via.
L’itinerario è molto impegnativo: 1790 mt. di dislivello con uno sviluppo di 19 chilometri.
Gita effettuata il 21.03.2015
L’itinerario è molto impegnativo: 1790 mt. di dislivello con uno sviluppo di 19 chilometri.
Gita effettuata il 21.03.2015
Rif. Benigni - Cima Piazzotti mt. 2349 - Val Pianella
Gita effettuata il 14.03.2015
Piz Calderas mt. 3397 (Engadina CH)
Il video del percorso
Riprese e montaggio video di Corrado Cavalli
Gita effettuata il 07.03.2015