Caratteristiche
- LUOGO PARTENZA: San Pellegrino Terme (BG)
- LUOGO ARRIVO: San Pellegrino Terme (BG)
- TEMPO DI PERCORRENZA: ore 6,20 effettive
- LUNGHEZZA PERCORSO: km. 39,3
- DISLIVELLO: mt. 1705
- GRADO DI DIFFICOLTA’: MOLTO IMPEGNATIVO
- CICLABILITA’: da Vettarola Alta al Rifugio GESP (di ritorno dal Monte Zucco) 60 % - nel restante percorso 99 %
- STAGIONI CONSIGLIATE: tarda primavera - estate - autunno
- RIFUGI D’APPOGGIO: Nessuno
- ACQUA LUNGO IL PERCORSO: Fuipiano al Brembo - Alino - Cà Boffelli - verso San Antonio Abbandonato
- CARTINE: KOMPASS N° 105 - Lecco / Val Brembana
- PERCORSI ALTERNATIVI: è possibile evitare le 3 cime - al bivio prima della Santella di Grosnello si può scendere a Catremerio e raggiungere S. Antonio Abbandonato, da dove è possibile arrivare a Zogno, tramite la strada asfaltata oppure seguendo il sentiero meno tecnico n° 505A
- PERCORSO PUBBLICATO IL: 31.05.2018
- NOTE: Indispensabile una full e la traccia GPS
Parcheggio consigliato
Descrizione
Incredibile itinerario progettato con l’amico Giampietro Boffelli, (che ringrazio molto) profondo conoscitore della zona che ha permesso questo concatenamento, a cavallo fra Val Brembana e Val Brembilla. Le tre cime toccate sono molto frequentate e conosciute dagli escursionisti, ma non altrettanto dai bikers; in successione siamo: sul Monte Sornadello, Pizzo Cerro e, per finire in bellezza, sul Monte Zucco, montagna simbolo di San Pellegrino Terme. Questa escursione è destinata esclusivamente agli appassionati delle ruote artigliate ottimamente allenati, audaci, preparati tecnicamente ed abituati ad un grande sforzo fisico. Pendenze molto dure, lunghi tratti con la MTB a spinta (in totale circa ore 1,30) sentieri con guida estrema, sono tutti ingredienti che rendono questa esperienza, sulle vette della media valle, indimenticabile; l’ambiente naturale, attraversato in alcuni tratti, è molto selvaggio e isolato, ma dai punti più alti si domina tutta la corona dei monti circostanti ed i paesi nei fondovalle sono ai nostri piedi.
Arrivando da Bergamo al primo semaforo giriamo a destra, attraversiamo il ponte e, dopo pochi metri, entriamo nel grande parcheggio in Via Piazzo. Iniziamo a pedalare sulla sede dell’ex linea ferroviaria, trasformata in pista ciclabile, in direzione di un ponticello; passiamo a fianco del Grand Hotel e, continuando sempre diritto proseguiamo, passando in tre gallerie illuminate. Dopo il ponte che scavalca il fiume Brembo, arriviamo alle porte di San Giovanni Bianco; appena prima del ponte successivo abbandoniamo la pista, facendo attenzione nell’individuare una mulattiera (frecce in legno direzione Fuipiano) che sale a fianco di una casa (km. 4,3). Spingiamo la MTB per qualche metro, raggiungendo la strada asfaltata sovrastante che, seguendola a sinistra in salita, porta a Fuipiano al Brembo (fontana nella piazzetta). La stradina poco trafficata, con pendenze più sostenute, guadagna quota zizzagando fra prati ben curati, passando per le frazioni Paccacorna e Cà Brusade. Dopo un tratto pianeggiante siamo nella piccola piazza (fontana) di Alino a mt. 687 dove imbocchiamo la strada in salita “agro silvo pastorale”, seguendo le indicazioni Cà Boffelli e Vettarola.
Montando un “rapporto agile” per affrontare facilmente la pendenza, con un’inclinazione media dell’ 11,5%, superiamo i faticosi tornanti; appena la strada spiana, abbandoniamo l’asfalto passando fra le case del borgo di Cà Boffelli (mt. 974 - fontana) (km. 10,5 – ore 1,00 – mt. 580 di dislivello) e seguiamo le indicazioni di alcune frecce metallicche per Monte Molinasco - Ronco. Alternando tratti in cemento con altri asfaltati affrontiamo rampe molto sostenute, fino ad uscire nei bellissimi prati di Vettarola Alta, dove diventa pianeggiante; al termine del tratturo, a fianco di un gruppetto di case, pieghiamo decisamente a destra sulla traccia nel prato, sfiorando un grosso masso e puntando alla stalla a filo del bosco, girando poi a destra in piano. Dopo una curva a gomito abbandoniamo il tracciato principale, infilando a sinistra il sentiero ben segnalato con triangoli rossi che corre in un bellissimo bosco di faggi; dopo alcuni pezzi ciclabili (ad una sorta di valletta teniamo a destra) camminiamo per circa 25 minuti in totale ma, quando la vegetazione si dirada, torniamo in sella.
Una breve discesa porta alla piccola baita vicino ad una bella pozza, dove andiamo a sinistra passando appena sopra alla lunga stalla. A spinta nel prato siamo in breve alla caratteristica Baita Sornadello con vicino una pozza (km. 15,1 – ore 2,05 – mt. 1035 di dislivello); passiamo sul suo lato destro e saliamo seguendo le scritte, direzione Sornadello, verso il bosco. Abbandoniamo temporaneamente i triangoli rossi perché, in corrispondenza di una piccola pozza, continuiamo diritti in salita, passando sopra ad un capanno da caccia. Intervallando pezzi in bici con altri a spinta (dalla lunga stalla circa 10 minuti in totale) ci troviamo ad una successiva pozza con il fondo bianco, e dopo pochi metri siamo ad un bivio. L’itinerario continua a destra, verso la vetta del Monte Sornadello, ma è possibile proseguire direttamente a sinistra, evitando così questo pezzo. Con tratti a piedi ed altri in sella, per circa 15 minuti, siamo alla croce della panoramica cima del Pizzo Grande del Sornadello (km. 16,4 – ore 2,30 – mt. 1185 di dislivello) che dai suoi 1580 mt. regala una singolare vista su San Giovanni Bianco, adagiato sul fondo della vallata.
Tutt’attorno l’ambiente è selvaggio e severo: ripidi canaloni precipitano sopra la Val Taleggio, al cospetto dei Monti Cancervo e Venturosa. Con attenzione ripercorriamo la traccia fino all’incrocio, per poi continuare diritto in leggera salita; non molto più avanti ci troviamo ad una larga sella dove c’è un palo con indicazioni verso Forcella di Bura – Val Taleggio. Proseguiamo in piano a sinistra rientrando nella vegetazione, seguendo nuovamente la segnaletica dei triangoli di colore rosso, lungo il sentiero non troppo scorrevole che conduce sullo spartiacque fra Val Brembana e Val Taleggio. In un habitat aspro e particolare, con pinnacoli rocciosi in primo piano e la pianura sullo sfondo, affrontiamo in discesa con estrema cautela l’impegnativa cresta che termina più sotto, dopo una secca curva, incontrando una traccia pianeggiante. Girando a destra, poco più avanti, alcune frecce indirizzano verso “Foldone – Castel Regina” dove, andando diritto, velocemente siamo alla Baita Foldone, situata in una bel pianoro erboso (km. 19 – ore 3,10 – mt. 1270 di dislivello).
Al termine del prato scendiamo lungo la ripida serpentina, con il fondo molto sconnesso per grossi sassi smossi che, per stare in sella, sono indispensabili grandi doti di equilibrio. Entrati nella faggeta però la situazione migliora decisamente e sul sentiero, marcato CAI n° 595, possiamo finalmente lasciare correre le ruote artigliate; tagliamo a mezza costa il versante del Castello Regina e, dove si apre il bosco sotto di noi, possiamo vedere le case di Vettarola con parte del percorso precedente. Poco dopo sfioriamo la caratteristica piccola sorgente “Fosso dei cavalli” e continuiamo nello spettacolare e velocissimo singletrack; ad un bivio prendendo a sinistra si arriva a Sussia, mentre noi teniamo a destra fino all’incrocio seguente, dove possiamo decidere se: raggiungere la cima del Pizzo Cerro, curvando a destra in salita, oppure a sinistra proseguendo nel giro. Prima a piedi per circa 15 minuti poi pedalando passiamo vicino al Rifugio Lupi di Brembilla, in breve, arriviamo sulla cima del Pizzo Cerro (mt. 1285) con la particolare chiesetta che spicca sulla Val Brembilla (km. 22,2 – ore 3,45 – mt. 1380 di dislivello).
Ora, in sella, ricalchiamo la traccia fino all’incrocio sottostante dove, in seguito, passiamo a fianco di un capanno da caccia; oltre alcuni salti rocciosi, siamo ad un trivio per poi imboccare a sinistra, in salita, l’itinerario n° 592 che in breve arriva alla Santella di Grosnello. Continuiamo diritti seguendo le frecce indicanti per Monte Zucco, inseguendo fedelmente la ben evidente marcatura con bolli di colore giallo, sul tracciato della “Scalata dello Zucco” (gara nazionale di corsa in montagna). Con punti da spingere ed altri da pedalare passiamo vicini ad una pozza, per poi rasentare più in alto una caratteristica parete rocciosa (dalla santella circa 20 minuti in totale a spinta). Ad uno scollinamento iniziamo a scendere sempre lungo i bolli gialli, fino ad un particolare passaggio fra alcune rocce dove possiamo decidere se evitare la salita alla vetta del Monte Zucco, piegando a destra direttamente verso San Antonio Abb.to. Girando invece a sinistra sfioriamo il Rifugio G.E.S.P, (km. 26 – ore 4,35 – mt. 1530 di dislivello) andando poi lungo il corridoio delimitato da alcuni cavi, fino alla base del rilievo.
Da questo punto se si vuole arrivare sulla cima con la MTB bisogna essere consapevoli che il dislivello mancante è da percorrere con la bici a spalla, mentre la discesa è assai poco ciclabile e molto estrema (dal rifugio circa 30 minuti). Dai piedi dell’enorme croce, posta sulla punta a mt. 1232, abbiamo davvero una vista fantastica sulla Val Brembana, con l’originale sagoma della cittadina di San Pellegrino Terme disegnata sul fondo. Ricalchiamo la traccia fino al rifugio dove, tenendo il sentiero basso, siamo nuovamente alla roccette; ora, lungo il classico itinerario CAI n° 505, proseguiamo alternando in continuazione tratti da veloci a tecnici, fino a toccare l’asfalto nel paese di San Antonio Abbandonato (km. 10,5 – ore 1,00 – mt. 1660 di dislivello). Dalla cappelletta davanti alla chiesa, imbocchiamo la mulattiera denominata “Cassarielli” (segnalata dai numeri 505A -505B) che non darà tregua fino a Zogno.
La discesa è estremamente esasperata e accidentata per la continua presenza di grossi ostacoli, con una pendenza sempre molto accentuata; se il fondo è bagnato diventa molto viscido e pericoloso, perciò si raccomanda di valutare le proprie capacità tecniche. Alla frazione Zergnone, secondo la competenza, si può decidere se proseguire sul 505A (come da traccia GPS) lungo la stradina asfaltata fino a Cassarielli e successivamente a Zogno oppure curvare a sinistra fino alla fraz. Tiglio da dove, il meno impegnativo 505B, termina nelle vicinanze della chiesa parrocchiale, sempre a Zogno. Arrivati sulla S.S. pieghiamo a sinistra fino all’ex stazione da dove la rilassante pista ciclabile, che corre sulle rive del Fiume Brembo, riporta a San Pellegrino Terme andando a chiudere questa entusiasmante impresa.
Buona pedalata e buon divertimento.
Buona pedalata e buon divertimento.
Altre informazioni
Altimetria
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Profilo di elevazione con pendenze
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Galleria fotografica del percorso
Il video del percorso
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