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L'anello del M. Pegherolo e M. Cavallo

Escursione molto impegnativa, ma grazie alla bellezza del territorio orobico e alla discese, l'adrenalina è al massimo

Caratteristiche


  • LUOGO PARTENZA:   Piazzatorre (BG)
  • LUOGO ARRIVO:   Piazzatorre (BG)  
  • TEMPO DI PERCORRENZA:   ore  6,05 effettive
  • LUNGHEZZA PERCORSO:   km. 35,6
  • DISLIVELLO:   mt. 2152
  • GRADO DI DIFFICOLTA’:   MOLTO IMPEGNATIVO per le ripide salite e le discese, in alcuni tratti molto difficoltose,                                dove è richiesta un'ottima padronanza nella conduzione della MTB e capacità tecniche
  • CICLABILITA’:   90 % 
  • STAGIONI CONSIGLIATE:   tarda primavera - estate - autunno
  • RIFUGI D’APPOGGIO:   Baita Camoscio a San Simone
  • ACQUA LUNGO IL PERCORSO:   Piazzatorre - Valleve e occasionali ruscelli
  • CARTINE:   KOMPASS N° 105 - Lecco / Valle Brembana
  • PERCORSI ALTERNATIVI:   nessuno
  • PERCORSO REVISIONATO IL:   19.08.2020
  • NOTE:   Indispensabile una MTB full - Molto utile la traccia GPS

Parcheggio consigliato


Descrizione

ImmagineDirezione Forcolina di Torcola
L’escursione, molto impegnativa, richiede un grande sforzo sia dal punto di vista tecnico che fisico, ma ripaga al 100% grazie alla bellezza unica del territorio orobico e alle lunghissime discese, dove l’adrenalina è al massimo e la soddisfazione all’arrivo è indescrivibile. Depositata l’auto nell’ampio parcheggio all’inizio di Piazzatorre, di fronte all’Ufficio Turistico, (mt. 850) andiamo a destra; alla prima curva stiamo a sinistra e procediamo su pendenza sostenuta, fino alla Località Piazzo (mt. 1102), dove termina la strada asfaltata. A destra della pista di pattinaggio parte una stradina sterrata che, dopo un centinaio di metri, diventa in cemento, per proseguire fino ad un bivio. Giriamo a sinistra imboccando una serie di stretti e ripidissimi tornantini che, a causa dell’eccessiva pendenza, mettono a dura prova le doti di scalatore dei bikers. Superati i tredici faticosi tornanti, il fondo diventa sterrato dove la strada spiana permettendoci di riprendere fiato nel tratto che conduce nella valle. Riprendiamo a salire seguendo la gippabile tagliata nella bella pineta, alternando curve ripide e bitumate, a tratti più regolari che permettono di rimanere sempre in sella. Sbuchiamo nel pascolo e raggiungiamo una casera; in breve, passando sotto la stazione d’arrivo della seggiovia che sale da Piazzatorre, siamo sul piazzale antistante al Rifugio Gremei, posto su un belvedere a mt. 1555 (km. 5,2 – ore 0,55 – mt. 707 di dislivello).

ImmagineDirezione Forcolina di Torcola
Il percorso della pista da sci “panoramica”, nonostante il terreno poco scorrevole per la presenza di sassi, permette di pedalare fino ad un tornante, anche grazie al pezzo più pendente cementato. Ignorando il tratturo che si dirige a destra, giriamo a sinistra, affrontando un breve ma ripido strappo a piedi, fino all’arrivo della seggiovia      Gremei 2. Saliamo di poco e teniamo il tracciato che procede a sinistra, sullo spartiacque tra le due vallate, seguendo una serie dossi, da dove abbiamo una vista veramente panoramica sulle Orobie a 360°: a sinistra vediamo il Monte Pegherolo, il Pizzo Badile e la Forcolina di Torcola, nostro prossimo traguardo. Sfioriamo alcuni capanni da caccia fino al termine di una ripida discesa, dove seguiamo un sentiero che si dirige verso una baita con a monte una lunga vasca per l’abbeveramento del bestiame. Continuiamo a mezza costa per giungere ad un bivio dove, pedalando in piano, passiamo sopra un capanno da caccia e dopo pochi metri siamo ad una baita con marcato, sull’angolo, il segnavia CAI n° 119. Seguiamo il tracciato che, specialmente con l’erba alta risulta poco visibile, spingendo o portando la MTB (alla Forcolina in 15 minuti circa) ma da salire perpendicolarmente, rimontando per alcune decine di metri di dislivello fino ad incrociare un sentiero.  

ImmagineDirezione Valleve
Andiamo a sinistra verso la parete rocciosa del Pizzo Badile, arrivando facilmente alla Forcolina di Torcola a mt. 1856 (km. 8,9 – ore 1,50 – mt. 1021 di dislivello); nella valle vediamo Carona, dominata dal Pizzo del Diavolo e circondata da una cornice di monti e boschi. Seguendo le segnaletiche di un cartello metallico che indica Valleve, sul sentiero n° 117, iniziamo la lunga e tecnica, ma divertente discesa mozzafiato con il primo tratto abbastanza impegnativo, ma che presto spiana tagliando velocemente a mezzacosta il versante, passando vicino ad una serie di baite ben tenute, posizionate su soleggiate dorsali. Giunti nelle vicinanze di una lunga baita bisogna prestare attenzione nell’imboccare il piccolo sentiero che, spesso, è seminascosto da vegetazione erbosa; passiamo sotto la bella Baita Croce (a mt. 1730), scendendo per poco nel prato dove l’itinerario s’infila nel bosco. Continuiamo perdendo rapidamente quota lungo tornantini molto tecnici, non banali, caratterizzati da sassi e radici sporgenti, dove è indispensabile una notevole padronanza nella conduzione della MTB. Usciamo in una radura erbosa sfiorando: Baita le Rai (mt. 1530) adibita a bivacco e, poco sotto, una fontana con vasca per andare a destra, in discesa, ritornando nella pineta. Specialmente nella parte bassa il percorso è tormentato da molti sassi smossi e da notevoli ostacoli naturali, obbligandoci a scendere dalla MTB per alcuni brevi tratti.

ImmaginePasso San Simone
Il sentiero si conclude incrociando uno sterrato (km. 12,3 – ore 2,30) dove, piegando a sinistra velocemente, siamo a Valleve (acqua davanti alla chiesa). Proseguendo su pendenze abbastanza impegnative, giungiamo al bivio per Foppolo; giriamo a sinistra e, dopo alcuni tornanti, arriviamo al grande parcheggio di San Simone, (mt. 1670) centro invernale di sci. Pedaliamo ora su una bella strada bianca e, ammirando il selvaggio versante nord del Monte Pegherolo, in breve, siamo alla Baita Camoscio (km. 22,5 - ore 3,50 - mt. 1661 di dislivello). Una sosta ritempratrice è d’obbligo: la gita diventa impegnativa e lungo tutto il percorso non troveremo nè punti d’appoggio nè possibilità di ristoro. Imbocchiamo, a sinistra in salita, la strada di servizio agli impianti di sci che, più avanti, si raccorda con il sentiero marcato CAI n° 116 (al bivio a sinistra) ben poco pedalabile a causa della grande pendenza e del fondo fortemente rovinato e sconnesso. Seguiamo il tracciato logico, indicato dal segnavia CAI, dirigendoci in direzione dell’ampia sella del Passo S. Simone, situato a mt. 2000, che raggiungiamo con un ultimo sforzo (km. 24,1 – ore 4,20 – mt. 1894 di dislivello). Scendendo in Val Terzera, lungo il sentiero n° 115, in primavera inoltrata è ancora possibile trovare accumuli di neve, scivolata dal ripido versante del Monte Cavallo.

ImmagineDirezione Baite di Begna
Con molta cautela iniziamo la discesa che vede la prima parte parecchi tecnica, dove è richiesta una grande capacità nella guida del mezzo. Poco sotto, su una piccola dorsale, scendiamo a sinistra lungo il sentiero nel pascolo. Passiamo davanti alla Baita Nuova e, successivamente, alla Baita Dossello a mt. 1760, (sull’angolo c’è l’indicazione: Mezzoldo e la bandierina CAI con il n° 115) posizionata su un pianoro. Scendiamo a sinistra per circa 100 metri in direzione della valle e poi, decisamente a destra, tagliando velocemente il pascolo, fino ad arrivare ad un brusco cambio di pendenza con alcuni tornantini. Poco più sotto, prima di una malga adagiata in una piccola conca, bisogna prestare molta attenzione ad immettersi a sinistra sul sentiero n°134, segnalato da un cartello in metallo che indirizza ad attraversare il torrentello. Entrando in un rado bosco di larici, passando sotto ad alcuni salti di roccia, spingendo o portando la bicicletta, guadagniamo una sella erbosa (dal torrente in 15 minuti), dove abbiamo una bella vista panoramica sui Monti: Valletto, Ponteranica, Fioraro ed il Rifugio Cà S. Marco. Tenendo in piano a sinistra, rapidamente, siamo alla Baita Begna a mt. 1718 (km. 26,6 - ore 5,05 - mt. 1992 di dislivello) ed al Baitone di Begna mt. 1730, recentemente ristrutturato, da dove non resta che seguire fedelmente il sentiero n° 134 che condurrà fino a Piazzatorre.  

ImmagineCasera di Monte Cavallo
Ora il percorso che si sviluppa sul versante opposto della montagna è molto bello, divertente, ciclabile quasi per intero, grazie al fondo liscio e senza grandi ostacoli, fra pinete e pascoli punteggiati da alpeggi. Arriviamo alla Casera di Monte Cavallo e scendiamo sul sentiero solitamente quasi nascosto da grandi foglie, passando sotto la lunga baita semi diroccata. Seguiamo il sentiero nel prato infilandoci poi nel bosco, dove il terreno in parte sassoso suggerisce cautela. Attraversiamo la selvaggia Valle di Monte Cavallo e spingiamo cinque minuti la MTB per superare il piccolo dislivello; quindi ritorniamo in sella, con alcuni brevissimi cambi di pendenza, intervallati da falso piani. L’itinerario continua in discesa, lungo una sorta di mulattiera nell’ombreggiata pineta, in direzione Prati di Pegherolo; alcuni tornanti (acqua) ci faranno perdere quota fino alla Valle di Pegherolo. Passiamo sopra un ponticello in cemento, (km. 33 - ore 5,50) continuando poi sullo sterrato; scendiamo solo per cento metri dove, a sinistra, davanti ad una fontana prende il via un bellissimo sentiero. Inizialmente è in salita, ma pedalabile, poi in leggera discesa velocemente ci riporterà a Piazzatorre, dove incrociamo la strada asfaltata; curvando a sinistra, gli ultimi colpi di pedali ci riconducono al punto di partenza. 

Buona pedalata e buon divertimento.


Altre informazioni

Tracciato Google Earth
Immagine
Traccia GPS
Puoi scaricare la traccia in formato GPX cliccando ​​
qui

Altimetria
Profilo di elevazione con pendenze
Immagine
Foto

Galleria fotografica del percorso

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Vista panoramica da: Forcolina di Torcola              Passo San Simone e Baita Begna

Il giudizio dei bikers

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