Stucklistock mt. 3313 – dal Ghiacciao del Rutifirn Cantone URI (CH)
Ennesima levataccia…. ma anche ennesima bella gita!
Destinazione questa volta la Meiental, una bellissima valle vero paradiso per lo scialpinismo ubicata appena dopo la galleria del Gottardo, in direzione Sustenpass . Nostro obiettivo il Stucklistock, cima impegnativa che si sviluppa su un itinerario che non dà un attimo di tregua sempre con pendenze molto sostenute. Si vedono già i primi raggi del sole baciare le cime più alte quando lasciamo la piccola Frazione di Dorfli a 1450 mt. di quota. Superato il torrente cominciamo a salire a piedi fino al pianoro di Abnet dove finalmente possiamo inforcare gli sci. Si sale su canali e pendii molto ripidi per qualche centinaia di metri di dislivello fino a quando il terreno si fa più aperto e le pendenze diminuiscono un poco. Raggiungiamo in breve il Ghiacciaio del Rutifirn e puntiamo all’evidente colletto alla base della cresta Est dello Stucklistock dove lasciamo gli sci: ora ci aspetta la parte più impegnativa della gita, una cresta lunga 150 mt. con difficoltà su roccia nella prima parte, una cresta nevosa piuttosto esposta nella parte mediana (e che prudentemente attrezziamo di corde fisse) mentre la ripida parte finale è nevosa ma si tratta solo di camminare. Grande la felicità in vetta anche se possiamo goderci poco il panorama per il sopraggiungere di qualche nuvola. In discesa dalla cima alcuni di noi optano per scendere da un canale nevoso che, pur ripido, ci dà maggior sicurezza. La prima parte della discesa purtroppo non ci regala molte soddisfazioni (neve brutta e nebbia) ma più ci si abbassa migliorano sia la condizione della neve che il meteo e alla fine, come diciamo noi, sciatona !!!!
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Il dislivello positivo è di 1850 mt.
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
Destinazione questa volta la Meiental, una bellissima valle vero paradiso per lo scialpinismo ubicata appena dopo la galleria del Gottardo, in direzione Sustenpass . Nostro obiettivo il Stucklistock, cima impegnativa che si sviluppa su un itinerario che non dà un attimo di tregua sempre con pendenze molto sostenute. Si vedono già i primi raggi del sole baciare le cime più alte quando lasciamo la piccola Frazione di Dorfli a 1450 mt. di quota. Superato il torrente cominciamo a salire a piedi fino al pianoro di Abnet dove finalmente possiamo inforcare gli sci. Si sale su canali e pendii molto ripidi per qualche centinaia di metri di dislivello fino a quando il terreno si fa più aperto e le pendenze diminuiscono un poco. Raggiungiamo in breve il Ghiacciaio del Rutifirn e puntiamo all’evidente colletto alla base della cresta Est dello Stucklistock dove lasciamo gli sci: ora ci aspetta la parte più impegnativa della gita, una cresta lunga 150 mt. con difficoltà su roccia nella prima parte, una cresta nevosa piuttosto esposta nella parte mediana (e che prudentemente attrezziamo di corde fisse) mentre la ripida parte finale è nevosa ma si tratta solo di camminare. Grande la felicità in vetta anche se possiamo goderci poco il panorama per il sopraggiungere di qualche nuvola. In discesa dalla cima alcuni di noi optano per scendere da un canale nevoso che, pur ripido, ci dà maggior sicurezza. La prima parte della discesa purtroppo non ci regala molte soddisfazioni (neve brutta e nebbia) ma più ci si abbassa migliorano sia la condizione della neve che il meteo e alla fine, come diciamo noi, sciatona !!!!
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Il dislivello positivo è di 1850 mt.
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
Gita effettuata il 07.05.2016
Piz da la Margna mt. 3159 – dal canalone Nord
Engadina (CH)
Ritornando da tante nostre gite in Engadina, osservando quella bella montagna in prossimità del Passo del Maloia, ci eravamo più volte ripromessi di tornare per lei e per quel bellissimo ed invitante canale che sembrava ci chiamasse. Con le condizioni giuste un sabato di fine Aprile parcheggiamo nei pressi del Lago di Sils, subito dopo il Maloia. Un breve portage poi subito gli sci ai piedi: la salita concede poche soste, subito sostenuta e su neve ben rigelata. Man mano che guadagniamo quota il panorama si apre, con fantastica vista sui sottostanti laghi e una volta raggiunta la Conca di Murtairac a 2300 mt. circa il firn si trasforma in neve polverosa… cominciamo già a pregustare la sciata del ritorno! Su pendii sempre più ripidi raggiungiamo la base del canale nord a 2850 mt. circa; lo risaliamo con gli sci ai piedi fin dove possibile e poi a piedi con i ramponi per maggior prudenza. Quasi alla fine del canale rimettiamo gli sci; traversando a sinistra usciamo dal canale e per una dorsale meno ripida in breve siamo sulla cima. Fantastico il panorama che abbraccia tutta la bassa Engadina, la Val Roseg e il Bernina, la lunghissima valle del Forno e la Val Bregaglia. Ora ci aspetta una bellissima sciata in neve farinosa: percorriamo anche il ripido canale con gli sci ma la bella neve ce lo fa sembrare meno ripido di quanto effettivamente sia (comunque di 45° massimo). La neve poi man mano si trasforma ma sempre portante e ben sciabile. In breve siamo dunque alla macchina, stanchi e soddisfatti come sempre e già con altre alettanti e gustose idee per le prossime gite.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 13 km. con un dislivello positivo di 1350 mt.
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 13 km. con un dislivello positivo di 1350 mt.
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
Gita effettuata il 30.04.2016
Chüebodenhorn mt. 3070 - Val Bedretto (CH)
Per la seconda volta in questa stagione decidiamo per una trasferta in Val Bedretto, vallata del Canton Ticino situata nella zona Passo del Gottardo, vero paradiso dello scialpinismo. Anche in questa occasione la fortuna ci assiste: giornata da cartolina, cima adrenalinica, sciata in neve farinosa a metà aprile, cornice di ardite montagne e perché sia tutto perfetto un gruppo di amici affiatati. La nostra cima di giornata è il Chüebodenhorn mt. 3070, situata sul versante soleggiato della valle; come ormai di consuetudine l’impegno fisico è notevole per portare a termine questo itinerario che si sviluppa su pendenze sempre molto impegnative. Lasciata l’auto in località All’Acqua (mt. 1614), seguiamo la logica traccia del sentiero che porta alla Capanna Piansecco, posto su una dorsale a mt. 1980. Puntiamo direttamente al ripido canale sulla destra del contrafforte roccioso dello Chüebodenhorn, che rimontiamo interamente con gli sci ai piedi. Giunti allo scollinamento ci portiamo sulla parete ovest della montagna, per infilare il Canale della Dama: il primo tratto lo percorriamo con gli sci ma , quando la pendenza aumenta fino a toccare i 45° - 50°, calziamo i ramponi fino all’uscita in cresta. Rapidamente siamo sulla panoramicissima vetta dove una stretta di mano con i compagni d’avventura viene spontanea. Su neve trasformata scendiamo sul Chüebodengletscher; continuiamo poi su ripidi pendii in “farina primaverile” nell’ampio vallone che perde quota ai piedi del Poncione di Maniò, fino a quota 2300 circa. Ripelliamo e rimontiamo zizzagando fra le serpentine di discesa, giungendo nell’anfiteatro del Poncione di Cassina Baggio; passiamo sotto la caratteristica Fiamma di granito e arriviamo al vicino Gerenpass. Ora non rimane che scivolare su divertenti e costanti inclinazioni, ancora ben sciabili, fino al fondo valle nostro punto di partenza.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 17,4 km. con un dislivello positivo di 1910 mt.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 17,4 km. con un dislivello positivo di 1910 mt.
Vista panoramica dal Chuebodenhorn mt. 3070
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I video in discesa di Andrea Rocchetti
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Gita effettuata il 10.04.2016
Piz Cristallina mt. 2911 - Val Bedretto (CH)
Cielo terso, neve superlativa, ambiente magnifico, vetta gratificante e un grande gruppo di amici, sono gli ingredienti indispensabili perché una gita scialpinistica sia davvero speciale. Dopo alcuni anni ritorniamo sul Piz Cristallina, ma questa volta con un tragitto diverso e articolato; la fantastica escursione in territorio svizzero, compie un grande tour partendo dalla Val Bedretto: vallata che si estende da Airolo ai piedi del Passo del Gottardo. Il notevole dislivello e il forte sviluppo richiedono un grande sforzo fisico, ma è ampiamente ripagato dai generosi panorami, con lo sguardo che si perde nella miriade di maestose montagne. Partiamo da Ossasco (mt. 1313) percorrendo il ripido sentiero tracciato nel Bosco di Pei; superata l’Alpe Cristallina guadagniamo quota lungo la Val Torta, per poi puntare decisamente al largo Passo del Narèt (mt. 2438), dove troviamo finalmente il sole. Scendiamo qualche decina di metri sul Lago di Narèt, per poi continuare su pendenze sempre più sostenute in direzione sud, fino a un pianoro a circa 2800 mt. L’ultimo tratto è arduo e impegnativo per il notevole spessore di neve da battere, ma Andrea non si scoraggia, disegnando la traccia fino alla croce (mt. 2911) che tocchiamo con gli sci ai piedi. Ci “tuffiamo” lungo il versante nord, con la prima parte sui 35°-37° di pendenza, in una fantastica sciata in neve farinosa fino alla conca sotto il Rifugio Cristallina. Sfiorando il rifugio risaliamo alla Bocchetta di Valleggia (mt. 2697); scendiamo ora sul ghiacciaio omonimo e con l’ultima ripellata ci portiamo alla sella quotata 2589 mt., tra il Poncione Cavagnolo e il Poncione Val Piana. Con la neve polverosa fino alle ginocchia, ci lanciamo nell’ampia e scoscesa Val Cavagnolo, in strette serpentine e ampi, veloci curvoni, fino a toccare il fiume Ticino nel fondovalle.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 18 km. con un dislivello positivo di 1960 mt.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 18 km. con un dislivello positivo di 1960 mt.
Vista panoramica dal Piz Cristallina mt. 2911
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Gita effettuata il 19.03.2016
Passo di Dordona – Cima Vallocci mt. 2510 Valle di Cadelle
Lunga gita che prende il via da Foppolo e si sviluppa a cavallo fra Val Brembana e Valtellina; il fulcro dell’anello è l’imponente Monte Cadelle che aggiriamo passando attraverso passi e crinali, in una successione di larghe vallate. L’ambiente in cui si snoda l’itinerario è fra i più belli e interessanti delle Orobie: collega una moltitudine di montagne conosciute e frequentate dagli escursionisti. Il nostro obiettivo principale è la Cima Vallocci, (mt. 2510) solitaria punta che svetta sul versante valtellinese, da dove si cattura una strepitosa panoramica tutt’attorno. Partiamo dai paravalanghe sopra le case di Foppolo puntando al Passo di Dordona da dove, "scodinzolando" in una fantastica neve polverosa, ci abbassiamo in Val Madre fino a filo della vegetazione. Rimesse le pelli guadagniamo velocemente quota sull’ampio pendio, permettendoci di toccare la cresta che precede la cima vera e propria. Calziamo per sicurezza i ramponi e superando l’ultimo strappo siamo in breve sull’aerea cima, dove è situata una piccola croce. Ritornati al deposito degli sci, scendiamo nell’ampia conca sempre su bella neve farinosa raggiungendo il sentiero di fondovalle proveniente dalla Val Lunga. Riprendiamo ora a salire nel grande anfiteatro di montagne sfiorando i Laghi di Porcile e dirigendoci al Passo di Porcile situato a mt. 2284: infine ci godiamo l’ultima discesa in Valle di Cadelle, fino al parcheggio di partenza.
L’itinerario è impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 15,8 km. con un dislivello positivo di 1670 mt.
L’itinerario è impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 15,8 km. con un dislivello positivo di 1670 mt.
Vista panoramica dalla
Cima Vallocci mt. 2510 |
Vista panoramica dal
Passo di Porcile mt. 2284 |
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Gita effettuata il 12.03.2016
Il gruppo "percorsiMTBvalbrembana" in Sicilia
L’idea di una trasferta del gruppo in terra siciliana, per la salita al Vulcano più alto d’Europa, rimbalzava da un po’ di tempo. In questo inverno, seppur avaro di neve, troviamo rapidamente l’entusiasmo di tutti i componenti per tentare l’ambiziosa ascensione all’Etna.
Alla fine è stata un’esperienza indescrivibile: è emozionante risalire i suoi versanti dal paesaggio lunare, dove il nero della lava si miscela con il bianco della neve. Dall’orlo dei crateri sommitali, il panorama offre fantastiche vedute verso il mare e l’entroterra dell’isola; la vista dei crateri si apre e si chiude al ritmo della raffiche, mentre tutt’intorno un forte odore di zolfo rende a momenti l’aria irrespirabile, ma magica.
Alla fine è stata un’esperienza indescrivibile: è emozionante risalire i suoi versanti dal paesaggio lunare, dove il nero della lava si miscela con il bianco della neve. Dall’orlo dei crateri sommitali, il panorama offre fantastiche vedute verso il mare e l’entroterra dell’isola; la vista dei crateri si apre e si chiude al ritmo della raffiche, mentre tutt’intorno un forte odore di zolfo rende a momenti l’aria irrespirabile, ma magica.
Monte Etna - Crateri Sommitali mt. 3323 dal Rifugio Sapienza
Partiamo con gli sci ai piedi dal Rifugio Sapienza (mt. 1910) e percorriamo la pista di sci fino all’arrivo della funivia; teniamo la Montagnola sulla destra, dirigendoci tra le colate laviche in direzione Torre del Filosofo. Continuiamo sulla sinistra del Cratere di Sudest, per poi affrontare l’ultimo ripido scivolo che permette di arrivare sulla vera e proprio cima dell’Etna, a mt. 3323. La discesa avviene su neve compatta e un po’ “gessosa” ma bellissima: passiamo ai piedi del Monte Frumento Supino, sciando poi ai bordi della colata lavica del 2002 – 2003 in uno stupendo vallone fino a quota 1700 circa, in zona dell’Orto Botanico.
Panoramica verso la costa
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Vista sui crateri sommitali
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Uno sguardo nei crateri sommitali
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Il video di Corrado Cavalli
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Gita effettuata il 05.03.2016
Punta Lucia mt. 2934 da Piano Provenzana
La seconda escursione la facciamo sul versante nord del vulcano, partendo da Piano Provenzana (mt. 1806) situata nel comune di Linguaglossa. Seguiamo le piste del comprensorio sciistico di “Etna Nord” fino a quota 2600, passando sotto il Monte Nero delle Concazze. Su pendii aperti, risaliamo lungo antiche colate laviche, in un ambiente di rara suggestione; continuiamo ammirando sulla sinistra il fumante Cratere di Nordest e fra raffiche di vento violentissime, siamo sulla vetta di Punta Lucia, a mt. 2934. La particolare discesa avviene sul tracciato di salita, con gli sci ai piedi fino al punto di partenza.
In vetta a
Punta Lucia |
Vista panoramica da Punta Lucia
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Discesa verso Piano Provenzana
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Gita effettuata il 06.03.2016
Madonna delle Nevi - Pizzo Rotondo mt. 2239
Monte Tartano mt. 2292
Bellissimo e inconsueto itinerario che permette di osservare ambienti naturali e solitari di rara bellezza, sviluppandosi sullo spartiacque con la Valtellina in un susseguirsi di ardite creste, ampi versanti punteggiati da casere, spaziose vallate e larghi orizzonti. Partiamo da Madonna delle Nevi (mt. 1336) sul tracciato CAI nr. 111, evitando però il largo giro che passa dalla Casera Siltri; puntiamo direttamente alla Casera Cavizzola che raggiungiamo grazie al breve ma ripido sentiero nel bosco. Sfioriamo il Lago di Cavizzola e continuiamo con molta attenzione nel lungo taglio sul ripido versante, dove troviamo neve ghiacciata, resa liscia dallo scivolamento di piccole slavine. Oltre una larga conca siamo sulla cresta finale e velocemente in vetta al Pizzo Rotondo (mt. 2239), da dove godiamo di una bella vista panoramica sul vicino Monte Cavallo e Monte Pegherolo: ai nostri piedi il comprensorio sciistico di San Simone. Ora una fantastica sciata in neve fresca, lungo i dolci pendii ai piedi del Pizzo del Vallone, ci conduce all’isolata Casera di Sona. Riprendiamo a salire su pendenze abbastanza sostenute, in direzione dell’evidente valico che anticipa l’ultimo scivolo verso la cima del Monte Tartano (mt. 2292); ad aspettarci sul punto più alto una maestosa aquila, ma che subito ha preso il volo. Scodinzoliamo ora nella “farina”, perdendo quota sui gradoni della Val Budria, fino ad un pianoro con una piccola baita. Rimettiamo le pelli per superare l’ultimo dislivello in salita del percorso e raggiungiamo la Bocchetta di Budria, situata sulla cresta di confine. Scendiamo sul versante soleggiato con neve trasformata, alternata a tratti di neve crostosa verso Baita Arletto, per poi proseguire verso la strada del Passo San Marco che ci accompagna fino al punto di partenza.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 14,9 km. con un dislivello positivo di 1454 mt.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 14,9 km. con un dislivello positivo di 1454 mt.
Vista panoramica dal
Pizzo Rotondo mt. 2239 |
Vista panoramica dal
Monte Tartano mt. 2292 |
Gita effettuata il 19.02.2016
Capovalle - Pizzo Farno mt. 2506
Cima Papa Giovanni Paolo II mt. 2320
Dopo una stagione di grande penuria di neve, finalmente una bella scialpinistica in veste invernale. La vetta del Pizzo Farno da sempre è un itinerario classico, di grandissima soddisfazione, che si sviluppa in uno strepitoso ambiente orobico ma che richiede un grande sforzo fisico per effettuarlo. Partiamo da Capovalle (mt. 1123) Frazione di Roncobello e percorriamo la strada, un po’ monotona in verità , fino alle Baite di Mezzeno da dove, mantenendo la traccia del sentiero estivo, ci portiamo al Passo Laghi Gemelli. Per evitare problemi di stabilità della neve, invece che tagliare alla base del Monte Corte, decidiamo di abbassarci sciando nella fresca fino poco sopra le sponde dei Laghi Gemelli. Riprendiamo ora la salita seguendo una serie di valloncelli in direzione del Passo Valsanguigno e poi compiendo un largo semicerchio che ci conduce al tratto finale. Dalla panoramica cima, la vista sulla corona di montagne che sono intorno è superba: una ad una si scorgono le vette più belle e famose delle Prealpi Orobiche, mentre sullo sfondo le Alpi. Una fantastica discesa, rovinata solo in parte dalla poca visibilità, riconduce nelle vicinanze dei Laghi Gemelli; ora non rimane altro che risalire il tracciato fatto in precedenza fino al Passo Laghi Gemelli e continuare fin sulla sommità della Cima Papa Giovanni Paolo II. Proseguiamo scivolando lungo il traverso che scavalca i selvaggi pendii del Monte delle Galline: la splendida sciata ci accompagna fino alle Baite di Mezzeno e da lì rientriamo sulla strada percorsa al mattino per poi ritornare velocemente a Capovalle.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 19,9 km. con un dislivello positivo di 1795 mt.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili buone capacità tecniche e allenamento. Lo sviluppo è di 19,9 km. con un dislivello positivo di 1795 mt.
Vista panoramica dal Pizzo Farno mt. 2506
Gita effettuata il 13.02.2016
Piz Muragl mt. 3157 (Engadina)
Alla ricerca della neve …. e cercando di anticipare il maltempo previsto per il pomeriggio ci ritroviamo come sempre prima che il sole sorga in un parcheggio vicino a Pontresina, in Engadina. Nostra meta è oggi il Piz Muragl e fiduciosi cominciamo a risalire i primi prati e poi un rado lariceto. Purtroppo la situazione della neve non è delle migliori: se sui prati e nel bosco iniziale era poco evidente ora che ci inoltriamo nel Val di Muragl ci rendiamo conto che sotto lo strato di circa 30 cm di neve nuova farinosa non c’è fondo! Sovente arriviamo con i bastoncini e con gli sci a toccare i sassi! Man mano che saliamo la situazione però migliora e solo verso i 2500 mt. di quota possiamo constatare che la neve nuova poggia su uno strato di fondo “vecchio”. Bisogna comunque prestare attenzione perché il vento ha lavorato tanto e non è distribuita in modo uniforme. Ora le pendenze si fanno più ripide e, superato un ultimo ripido salto ci troviamo finalmente al cospetto della nostra cima. Con un semicerchio verso destra, passando sotto la parete nord del Piz Clux, in breve siamo al colletto e proseguiamo sempre con gli sci sulla cresta finale. Il vento ha qui ben lavorato: infatti dobbiamo lasciare gli sci 50 mt. sotto la vetta per mancanza di neve raggiungendo a piedi la bella croce di legno della cima. Il panorama è grandioso…. verso sud una serie di bellissime vette dai Palù al Roseg passando dal Bernina; dall’altro lato fa bella mostra di sé il Piz Kesch. Ora ci attende la discesa: il bel canale visto in salita che parte quasi dalla cima ci attende con la sua neve farinosa. Che bello ritornare a disegnare le nostre curve su un pendio vergine!!! La soddisfazione è tanta; peccato che non duri per tutta la discesa in quanto, saggiamente, decidiamo una volta giunti a quota 2600 mt. circa di ripellare e con un traverso di portarci sul Dosso di Tschimas da Muottas . Da li, in leggera discesa, ci portiamo alla stazione di arrivo del trenino di Muottas Muragl e terminiamo la gita sfruttando la pista battuta per le slitte.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento.
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento.
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
Il video del percorso
Riprese e montaggio video di Corrado Cavalli
Gita effettuata il 06.02.2016
Mont de Vertosan mt. 2821 - Mont Flassin mt. 2772 (Valle d’Aosta)
Viste le condizioni della neve qui da noi in Val Brembana decidiamo di andare a cercarla in Valle d’Aosta.
Già di primo mattino siamo al parcheggio della pista di fondo di Flassin, sulla strada che porta al traforo del Gran San Bernardo. Finalmente un paesaggio invernale!!! Di buona lena, seguendo a tratti una strada forestale, ci inoltriamo nel rado bosco che in breve ci fa innalzare nella bella Combe Flassin. Essendo orientata a Nord riusciamo a vedere il sole solo sulle cime circostanti oppure girandoci…. alle nostre spalle infatti, già ben soleggiato, l’imponente massiccio del Mont Velan. Velocemente raggiungiamo l’Alpe Flassin che lasciamo alla nostra destra per dirigerci in un ripido e lungo canale che porta all’evidente Colle di Vertosan mt. 2688. Dal colle, finalmente al sole, pieghiamo a sinistra e seguendo la cresta in pochi minuti siamo in cima. Una vista spettacolare ci accoglie…. I giganti della Valle d’Aosta, complice anche un bellissimo sole, sono lì quasi da toccare. Si parte con gli sci direttamente dalla cima…. Il lungo canale ci aspetta anche se la gita non è ancora finita. Infatti quando siamo quasi all’Alpe Flassin un traverso a sinistra ci porta quasi al di sotto del Mont Flassin : infatti abbiamo deciso di salire anche questa cima. Per ampi e mai troppo ripidi pendii raggiungiamo il colletto e da li, sci ai piedi, giungiamo in breve sull’anticima (mt. 2755). Scendiamo di pochi metri e siamo ad un altro colletto dove lasciamo gli sci per salire, senza troppe difficoltà , la vera cima (mt. 2772). Ridiscesi al deposito sci è finalmente ora di affrontare il bel canale che avevamo visto in salita… neve fresca anche se un po’ rovinata e pendenza sostenuta: insomma ottima discesa! Sotto la condizione della neve varia un po’ (da trasformata a crostosa) ma sempre ben sciabile e senza particolari difficoltà raggiungiamo velocemente il parcheggio.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento.
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
Già di primo mattino siamo al parcheggio della pista di fondo di Flassin, sulla strada che porta al traforo del Gran San Bernardo. Finalmente un paesaggio invernale!!! Di buona lena, seguendo a tratti una strada forestale, ci inoltriamo nel rado bosco che in breve ci fa innalzare nella bella Combe Flassin. Essendo orientata a Nord riusciamo a vedere il sole solo sulle cime circostanti oppure girandoci…. alle nostre spalle infatti, già ben soleggiato, l’imponente massiccio del Mont Velan. Velocemente raggiungiamo l’Alpe Flassin che lasciamo alla nostra destra per dirigerci in un ripido e lungo canale che porta all’evidente Colle di Vertosan mt. 2688. Dal colle, finalmente al sole, pieghiamo a sinistra e seguendo la cresta in pochi minuti siamo in cima. Una vista spettacolare ci accoglie…. I giganti della Valle d’Aosta, complice anche un bellissimo sole, sono lì quasi da toccare. Si parte con gli sci direttamente dalla cima…. Il lungo canale ci aspetta anche se la gita non è ancora finita. Infatti quando siamo quasi all’Alpe Flassin un traverso a sinistra ci porta quasi al di sotto del Mont Flassin : infatti abbiamo deciso di salire anche questa cima. Per ampi e mai troppo ripidi pendii raggiungiamo il colletto e da li, sci ai piedi, giungiamo in breve sull’anticima (mt. 2755). Scendiamo di pochi metri e siamo ad un altro colletto dove lasciamo gli sci per salire, senza troppe difficoltà , la vera cima (mt. 2772). Ridiscesi al deposito sci è finalmente ora di affrontare il bel canale che avevamo visto in salita… neve fresca anche se un po’ rovinata e pendenza sostenuta: insomma ottima discesa! Sotto la condizione della neve varia un po’ (da trasformata a crostosa) ma sempre ben sciabile e senza particolari difficoltà raggiungiamo velocemente il parcheggio.
L’itinerario è molto impegnativo e deve essere effettuato solamente con condizioni di neve sicure; sono indispensabili ottime capacità tecniche e allenamento.
Testo e report fotografico di Vittorio Milesi
Il video del percorso
Riprese e montaggio video di Corrado Cavalli
Gita effettuata il 30.01.2016