Da tempo volevo provare in bici questo giro ad anello: parto da Piazzatorre, prendo quota lungo le vie del paese, per poi affrontare la dura salita che, pedalando lungo gli interminabili 27 ripidi tornanti, risale il famoso ghiaione. L’ambiente è veramente caratteristico: guardando in alto è possibile ammirare meravigliosi pinnacoli rocciosi e canaloni che digradano dal Monte Secco, mentre sul fondo del vallone è possibile vedere i tetti delle case di Piazzatorre. Quando la sterrata termina, non resta alternativa che spingere o portare la bicicletta lungo l’impegnativo sentiero, andando a guadagnare i 300 metri di dislivello che conducono sulla piccola terrazza panoramica, dove è situata la Baita del Costone. Il luogo sconosciuto ai bikers è reso ancora più magico grazie alla nevicata della notte precedente ma, dopo aver ammirato la fantastica panoramica offerta sulle Orobie, con l’adrenalina a mille, mi preparo ad affrontare l’inedita discesa. L’ardito tracciato, da subito, “precipita” lungo il ripido versante che si trova dirimpetto al celebre “Arco di Pegherolo”, nascosto però dalla fitta vegetazione. L’habitat è selvaggio e solitario: in compagnia di alcuni camosci mi abbasso fino ad intersecare il sentiero che arriva dai Prati di Pegherolo, per poi ritornare rapidamente a Piazzatorre andando a chiudere questo primitivo itinerario.
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