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News

Novità dal sito e non solo...

Da Canzo - Monte San Primo (1682 m) Conca di Crezzo

25/11/2022

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Fantastico itinerario che, sviluppandosi attraverso un vasto circuito, inserito tra i due rami del Lago di Como, culmina sulla vetta del Monte San Primo, cima delle Prealpi Comasche che, con i suoi 1682 metri, è la più elevata del Triangolo Lariano. La montagna, considerata la più panoramica di tutto il territorio lariano regala un privilegiato punto di osservazione verso uno scenario che non ha eguali: lo sguardo può spaziare a 360 gradi sul Lago di Como, le colline della Brianza, le Grigne, il Legnone e su fino alla Valchiavenna, il Monte Rosa e l’Oberland. Certamente una delle più belle salite in MTB della zona, completamente ciclabile,  ad eccezione dell’ultimo tratto che porta alla sommità. 
Parcheggiamo l’auto nei pressi della stazione ferroviaria di Canzo (380 m) e ci dirigiamo verso Asso; sempre su dolci pendenze, superiamo il paese di Rezzago e arriviamo a Caglio (780 m) da dove ha inizio una comoda e larga mulattiera che si addentra in un bel castagneto. Tramite una serie di tornanti siamo alla Colma di Caglio (1129 m) e, in breve, alla Colma di Sormano: a fianco del ristorante, ci infiliamo nella ciclabile forestale che corre con un lunghissimo sviluppo lungo alcune dorsali, con i tratti più ripidi in calcestruzzo. Transitati dalla Colma del Bosco (1233 m), usciamo definitivamente dalla vegetazione e proseguiamo verso la Bocchetta di Spessola, dove incontriamo una ripida ed impegnativa stradina lastricata in cemento che conduce alla Bocchetta di Terrabiotta (1435 m). Lasciato alle spalle il primo splendido colpo d’occhio sul lago, verso Bellagio, proseguiamo sul largo sentiero che compie un lungo traverso attorno alla montagna, fino a quando l’itinerario si trasforma in sentiero, inerpicandosi per un centinaio di metri d’altezza e percorribile con la MTB a spinta in 15 minuti. Dall’ampia vetta il superbo panorama lascia davvero senza fiato, ripagando la fatica fatta! Per rendere la discesa più interessante, decidiamo di percorrere la cresta est: con alcuni sali-scendi passiamo dalla Cima del Costone e sul Monte Ponciv, per poi abbassarci sulla dorsale, fino ad infilare verso sinistra un bellissimo single-track che perde quota raggiungendo Piano Rancio (950 m). Sfiorata la sorgente del Lambro, continuiamo sul tecnico sentiero che conduce a Magreglio e, tramite asfalto, in breve arriviamo al Colle del Ghisallo (754 m). Dopo una visita al santuario dei ciclisti, si può decidere se ritornare facilmente tramite la veloce strada asfaltata al punto di partenza, oppure proseguire in modalità di quasi off road, consapevoli però del fatto che si aggiungono ulteriori 250 metri di dislivello, suddivisi in diversi ed impegnativi intervalli. Tramite bei sentieri e sterrate passiamo nelle vicinanze di Crezzo; più sotto attraversiamo l’omonima  conca per arrivare alla località  Alpe di Monte, da dove scendiamo in modo deciso (alcuni alberi di traverso) fino a Maisano. Il rientro avviene passando da Valbrona, alternando in continuazione stradine secondarie a sentieri che passano fra campi e paesi, fino a concludere questa indimenticabile pedalata con il profilo dei Corni di Canzo che ci ha accompagnato per tutto il tragitto.

Questo itinerario, viste le caratteristiche, è riservato ai bikers allenati, con la massima padronanza nella conduzione della MTB ed ottime capacità tecniche: lo sviluppo totale è di 39,2 km. con un dislivello + di 1710 m ed un tempo di percorrenza di 4,30 ore.

Puoi vedere la GALLERIA FOTOGRAFICA completa in FB
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Percorso medio: "Culmine San Pietro  Costa del Palio - Zuc de Valmana" revisionato e aggiornato il 11.11.2022

11/11/2022

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Dal Lago d'Iseo                                              Corna Trentapassi (1248 m) Malga Aguina

9/11/2022

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Splendida escursione per una delle classiche pedalate della zona: la Corna Trentapassi (1248 m) è un balcone spettacolare a picco sul Lago d’Iseo che, a dispetto della sua ridotta altitudine, offre un grandioso panorama sulle vette Orobiche, Prealpi Bresciane, fino agli Appennini.   
Iniziamo a muoverci da Marone (190 m), paese situato a metà della sponda orientale del lago e subito in salita, ci dirigiamo verso Zone: poco prima della località, ad un tornante, ci permettiamo una sosta per ammirare le famose piramidi. Passati fra le case di Cusato (680 m) imbocchiamo la stradina selciata che, più avanti, ci impegna duramente in una serie di ripidissime rampe cementate, fino ad arrivare alla Forcella Occ. Trentapassi. Curviamo a sinistra mantenendo sempre il sentiero principale fattibile, per buona parte, in sella fino al Forcellino del Zuf. A questo punto non resta alternativa che spingere o portare la MTB per 45 minuti circa, lungo la ripida dorsale che, uscendo dalla vegetazione, regala  i primi scatti verso Lovere, situato sulla punta nord del lago. Mentre saliamo, ad un tratto individuiamo la croce di vetta ancora lontana ma ben presto, insistendo lungo lo spartiacque, ci apprestiamo a compiere lo strappo finale: un’accattivante vista sul Sebino, con Monte Isola nel centro, ed una visione  a 360°, sono la miglior ricompensa per la fatica fatta. Con il primo tratto che obbliga con la bici a mano, iniziamo a scendere puntando alla croce dell’anticima est, per poi abbassarci lungo il tecnico sentiero effettuato in precedenza, fino alla Forcella Occidentale. Imbocchiamo ora il sentiero marcato CAI n° 205, parzialmente ciclabile, che conduce al Passo Croce di Zone dove una bella stradina sterrata conduce, con una serie di tornanti, alla sella pascoliva della Malga Aguina (1180 m). Da questo punto ci separano mille metri di dislivello secchi per ritornare sulle rive del lago: un single track, identificato dal segnavia CAI 209, perde velocemente quota fra tratti molto pendenti, dal fondo sporco ed impegnativi tecnicamente, fino ad arrivare ai prati di Gasso Alto. Tenendo la destra incontriamo una stradina che ci accompagna al borgo di Terzana (500 m) dove proseguiamo lungo la mulattiera che prende il via fra le case. Più sotto un sentiero tortuoso attraversa il torrente Trobiolo ed arriva alle porte di Pisogne (190 m). Per ritornare al nostro punto di partenza ci dirigiamo verso Toline dove, seguendo la rilassante e bellissima pista ciclabile fino a Vello, raggiungiamo nuovamente Marone. 
​  
Questo itinerario, viste le caratteristiche, è riservato ai bikers allenati, con la massima padronanza nella conduzione della MTB ed ottime capacità tecniche: lo sviluppo totale è di 31,8 km. con un dislivello + di 1411 m ed un tempo di percorrenza di 4,00 ore.

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Branzi - San Simone                              Cima di Lemma Occidentale (2266 m)

7/11/2022

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Sensazionale escursione ciclo-alpinistica con un fascino d’altri tempi, in una zona delle Orobie solitamente inconsueta alle ruote artigliate.
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Branzi - San Simone                              Cima di Lemma Occidentale (2266 m)

4/11/2022

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Sensazionale escursione ciclo-alpinistica con un fascino d’altri tempi, in una zona delle Orobie solitamente inconsueta alle ruote artigliate. 
Decidiamo di andare all’avventura alla ricerca di un percorso ad anello attorno al Pizzo Rotondo: montagna che domina la conca di San Simone, a cavallo con la Valtellina. Le incognite sulla ciclabilità dell’itinerario sono molte in quanto abbiamo frequentato questo luogo solamente in inverno con gli scialpinismo.
Parcheggiata l’auto a Branzi (730 m) iniziamo la lunga salita su asfalto che, passando per Valleve e Cambrembo, conduce all’ex stazione sciistica di San Simone (1650 m). Proseguiamo ora lungo la strada sterrata, che abbandoniamo prima delle Baite dei Fontanini e, andando ad infilare la mulattiera militare alternando tratti a spinta con ampi zig zag, raggiungiamo il Passo di Lemma (2137 m)… fino a questo punto puoi trovare la descrizione dettagliata qui: Variante “Cima di Lemma”. Con curiosità, trovandoci su un terreno a noi nuovo nella versione estiva, svoltiamo a sinistra: ci allacciamo al sentiero G.V.O. che, grazie anche ad alcuni brevi tratti in sella, giunge in modo agevole al Passo del Vallone, larga sella situata poco sotto la Cima di Lemma Occidentale. Lasciamo la MTB fra le roccette e, in meno di cinque minuti, tocchiamo la sommità posta a 2266 metri, dove è possibile ammirare innumerevoli vette Orobiche ed in lontananza le Alpi Retiche. Ritornati alle bici iniziamo la discesa nella valle solitaria: cercando di individuare la traccia più marcata nel pascolo, ci manteniamo ai piedi del Pizzo Rotondo, puntando in seguito verso una baita adagiata su un pianoro. Alcuni recenti scavi per un acquedotto permettono di arrivare velocemente a Piedivalle dove incrociamo il sentiero CAI 101 e, in breve, al caratteristico Laghetto di Cavizzola (1920 m); con nostra sorpresa, ad esclusione di pochi passi, la discesa si rivela fattibile in sella, tecnica quanto basta, per un divertimento assicurato. A questo punto non ci sono alternative che spingere la MTB 20 minuti al fine di superare i 135 metri di dislivello che ci separano dalla Forcella Rossa (2055 m). Ritornati sul versante brembano scendiamo lungo il primo tratto molto ostico per la presenza di detriti di roccia e sassi smossi, obbligandoci con la bici a mano. Poco sotto la condizione del sentiero migliora notevolmente, permettendoci di correre velocemente, fino a ricollegarci alla stradina sterrata che porta alla partenza della seggiovia Sessi. Ora pedaliamo sopra il Laghetto Arale e proseguiamo fino all’arrivo dell’ omonimo skilift fino a scendere al campetto da calcio, a fianco delle nuove costruzioni. Continuiamo sull’itinerario che perde quota nella bella pineta, giungendo a sfiorare la graziosa chiesetta di Cambrembo, dove incontriamo l’asfalto. Passando sotto i paravalanghe arriviamo a pochi metri del ponte sul fiume Brembo di Valleve dove giriamo a sinistra, lungo una piccola cementata: al suo termine seguiamo l’impegnativo sentiero che scende dalla Frazione Chignolo e conduce a Valleve. Poco dopo la chiesa saliamo a destra e percorriamo, per circa due chilometri, la strada bianca: oltre la località Prati intercettiamo la vecchia mulattiera che ci riporta fra le case di Branzi, andando a concludere questo insolito percorso ricco di indimenticabili emozioni e grandi soddisfazioni.

Questo itinerario, viste le caratteristiche, è riservato ai bikers molto allenati, con la massima padronanza nella conduzione della MTB ed ottime capacità tecniche: lo sviluppo totale è di 31,3 km. con un dislivello + di 1783 m ed un tempo di percorrenza di 4,30 ore.

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Carona  - Rifugio Longo                                Cima di Venina (2624 m) - Val Sambuzza

21/10/2022

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Ecco un breve video che rivive le emozioni vissute lungo il percorso.
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Carona - Rifugio Longo                         Cima di Venina (2624 m) - Val Sambuzza

20/10/2022

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Spettacolare gita cicloalpinistica che riempie gli occhi di bellezza ed il cuore di grande soddisfazione.

Iniziamo a pedalare a Carona (1100 m): dirigendoci nella parte alta del paese, imbocchiamo la stradina che, tramite ripide rampe cementate, porta al Rifugio Calvi. Una volta giunti al Lago del Prato svoltiamo a sinistra e, continuando in un lunghissimo ed impegnativo traversone, raggiungiamo in primis il Rifugio Longo ed in seguito, tramite qualche tornante, la diga del Lago del Diavolo (2142 m). Infiliamo ora un sentiero stretto e pianeggiante che corre nei pressi della Cima di Venina: superando alcuni passaggi strapiombanti, da percorrere rigorosamente a piedi, tagliamo il ripidissimo versante erboso finchè arriviamo al canale cementato della gronda, atta a condurre l’acqua nel lago vicino. E’ veramente particolare pedalare nella spanna d’acqua presente all’interno della condotta, passare all’interno di piccole gallerie, perennemente attorniati da una corona di montagne mozzafiato. In breve, circa a 2200 m di quota, incrociamo il sentiero CAI N° 254: a questo punto rimangono 400 m di dislivello dove non resta che spingere la MTB ma ben consapevoli che presto, tutti gli sforzi, saranno ampiamente ripagati dalla straordinaria discesa. Il sentiero sale deciso, con pendenze tortuose, fino ad arrivare al di sopra del Passo di Venina; dalla cresta spartiacque con la Valtellina, catturiamo un accattivante colpo d’occhio sul lago omonimo. Continuiamo sul largo costone puntando direttamente verso la cima: superiamo alcune lingue di ghiaione e, con un ultimo sforzo, siamo a 2624 m dove restiamo senza fiato alla vista di un’ incredibile skyline sulle vette più alte delle Orobie. Ci lanciamo nella discesa lungo l’itinerario n° 254, con l’adrenalina al massimo: le nostre aspettative non vengono deluse in quanto, ad esclusione di brevissimi tratti, il sentiero risulta fattibile in sella, tecnico q.b. … forse una fra le più belle della zona. Perdiamo quota in modo continuo per più di 600 m fino a ritornare, entusiasti, sulla carrareccia che porta al Rif. Longo. A questo punto ripercorriamo la strada fino al primo tornante, dove decidiamo di mettere la ciliegina sulla torta, proseguendo verso la Val Sambuzza e collegandoci alla parte finale del percorso: “Carona – Rif. Calvi – Val Sambuzza”.

Questo itinerario, viste le caratteristiche, è riservato ai bikers molto allenati, con la massima padronanza nella conduzione della MTB e ottime capacità tecniche: lo sviluppo è di 26,5 km. con un dislivello + di 1650 m e un tempo di percorrenza di 4 ore

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Percorso impegnativo:                        "Olmo - Baita Campo - Baite Pugna" revisionato e aggiornato il 15.10.2022

15/10/2022

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Percorso medio:                                    "Valtorta - Valle dell'Inferno"                revisionato e aggiornato il 12.10.2022

13/10/2022

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Valsassina e Val Varrone                      "L'anello del Pizzo Cornagiera"

11/10/2022

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Prendendo spunto da un’interessante proposta di Beppe Rusconi, esperto della zona, decidiamo di ripetere questo itinerario che avevamo già effettuato, in senso contrario, nel 2017 (ora è fattibile grazie ad nuovo sentiero ciclopedonale). Partiamo da Margno, paese situato in Valsassina a 740 m, percorriamo la SP 67 in direzione Premana per poi seguire le indicazioni verso la zona industriale in località Giabbio. Infilata la strada carrozzabile che corre nella profonda e stretta valle scavata dal Torrente Varrone, dopo un primo tratto in falsopiano, le pendenze si fanno sempre più importanti. Arrampicandoci lungo una serie di ripide rampe cementate, passiamo da Gebbio e successivamente fra le casette in pietra dell’Alpe Forno di sotto (1140 m), dove la stradina si restringe ed il fondo diventa smosso. Insistendo sui pedali arriviamo ad imboccare il nuovo sentiero ciclo-pedonale che transita lungo l’Alpe Artino: disegnato fra aperti pascoli, compie traversi alternati ad una serie di tornanti che ci obbligano, su alcuni strappi, con la bici a spinta. Finalmente siamo a Laghitt (1930 m) posizionato sulla larga costa panoramica a cavallo con la Val Biandino, attorniata dai massicci del Grignone, Legnone e Pizzo dei Tre Signori. Ora corriamo lungo uno splendido single track sul versante del Pizzo Cornagiera, passiamo dalle Bocchette Agoredo e d’Olino, dove incontriamo una strada sterrata che porta in località Larice Bruciato (1708 m). Continuiamo in discesa intervallando tratti in cemento fino a raggiungere Alpe Ortighera, dove abbandoniamo la carrareccia che conduce ai Pian delle Betulle. Perdiamo quota, prima fra pascoli e poi nel fitto bosco dove un divertente sentiero passa dalla caratteristica Alpe Piazza e continua intersecando, alcune volte, la strada agro-silvo-pastorale fino ad arrivare fra le case di Crandola. A questo punto non resta che puntare verso Margno, per chiudere velocemente l’avvincente pedalata.

Il percorso è da considerarsi molto impegnativo: l’anello ha uno sviluppo di 29,6 km con un dislivello + di 1490 m e con un tempo di percorrenza di ore 3,30 effettive.

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